Le strutture non sarebbero adeguate alle grandi navi – Affondi di Guadagnuolo e Affinita
BARI – Il “bubbone” delle crociere nel porto di Bari è scoppiato. E dopo le polemiche dei mesi scorsi, che avevano portato addirittura al commissariamento dell’Authority – poi bocciata dal Tar delle Puglie – arriva la secca dichiarazione del portavoce di MSC crociere secondo cui il porto non si è messo in ordine con le strutture sulla base di istanze da tempo presentate. Pertanto la nave-simbolo di MSC, la “Fantasia” non potrà toccare il porto, con implicito declassamento dello scalo e della stazione crociere.
La presa di posizione di MSC ha scatenato ovviamente durissime reazioni. Mentre in una sua nota il presidente dell’Authority Francesco Palmiro Mariani sottolinea che l’implementazione delle strutture “è in pieno sviluppo” e rilancia a MSC la scelta di non voler scalare con “Fantasia” malgrado ne esistano le possibilità, arrivano bordate a palle incatenate da chi si è occupato negli anni della stazione passeggeri e della sua gestione prima che l’Authority entrasse a gamba tesa sul tema.
L’amministratore delegato della Bari Porto Mediterraneo ingegner Manlio Guadagnuolo, già commissario aggiunto dell’Autorità Portuale di Bari, così ha commentato le dichiarazioni di Domenico Pellegrino all’indomani della conferenza stampa della MSC Crociere, secondo cui il Porto di Bari risulta inadeguato per accogliere le nuove navi della flotta della Compagnia MSC, con conseguente possibilità di trasferire proprie attività ed investimenti in altri porti.
“Le carenze gestionali dell’Autorità Portuale di Bari di questi ultimi anni, stanno determinando una fase di decadimento delle attività e dei traffici che si svolgono nel Porto di Bari. Ad oggi, difatti, si è riusciti a massimizzare i risultati ottenibili con la dotazione delle infrastrutture, realizzate negli anni precedenti, e dei servizi, gestiti dalla Bari Porto Mediterraneo.
“Il precipuo compito dell’Autorità Portuale di costruire le infrastrutture necessarie per accogliere nuovi traffici e navi di stazza maggiore, che richiedono pescaggi, quindi profondità dei fondali, adeguati, è stato totalmente disatteso, nonostante che per le più importanti opere previste nel Piano Operativo Triennale dell’Autorità Portuale siano disponibili ormai da diversi anni i relativi finanziamenti.
“Unico intervento compiuto, la realizzazione di un campo boe proteso verso l’imboccatura del Porto, che rappresenta un intralcio ed un reale pericolo sia per le navi che per i lavoratori addetti alle operazioni di ormeggio.
“Altro investimento sbagliato, l’acquisto di un pontone galleggiante, senza gara, rivelatosi inutile poiché altro pontone già esistente giace abbandonato su una banchina non operativa.
“La dissennata guerra, poi, mossa nei confronti della Bari Porto Mediterraneo che ha svolto un ruolo di grande rilevanza per l’attrazione e lo sviluppo dei traffici e la gestione e la qualificazione dei servizi ai passeggeri (come dichiarato dallo stesso presidente Mariani alla Commissione Ministeriale d’inchiesta), ha creato ulteriori danni in termini di operatività e crescita del Porto.
“La B.P.M., difatti, ha realizzato numerosi investimenti, fra i quali la rifunzionalizzazione del Terminal crociere e della Stazione Marittima S. Vito, che hanno consentito l’approdo in contemporanea di 2 navi da crociera e la riorganizzazione degli spazi per consentire, in sicurezza, la gestione dei flussi dei passeggeri in imbarco e sbarco durante i periodi di picco di traffico estivo ed invernale.
“La stessa Bari Porto Mediterraneo è stata promotrice, nel gennaio 2008, della realizzazione di una nuova stazione marittima polifunzionale per traghetti e crociere (costo previsto 3,5 mln di Euro), da realizzarsi sul piazzale della Darsena di Ponente, ottenendo categorico diniego da parte dell’Autorità Portuale, che intendeva realizzare direttamente l’opera con fondi pubblici. Il risultato è che l’opera non è stata mai realizzata, alimentando così le odierne reazioni della MSC.
“Si pensi, addirittura, che il clima conflittuale determinato dall’Autorità Portuale ha causato l’assenza dallo scorso anno del servizio bar nel Terminal Crociere.
“Ed è stato proprio il “modello Bari Porto Mediterraneo” a produrre i positivi risultati dei traffici degli ultimi anni nel Porto di Bari, modello che oggi è stato annientato dal presidente Mariani e svilito, nell’ambito di una gara attualmente in corso, ad un mero servizio di pulizia e di guardiania nelle stazioni marittime, come dimostra la partecipazione alla stessa, appunto, di imprese di pulizie e guardiania, e la mancata partecipazione di società di gestione presenti negli altri porti italiani che hanno, tra i soci, Autorità Portuali, istituzioni locali, operatori portuali e compagnie di navigazione, come la Bari Porto Mediterraneo.
“E’ questo, in definitive – conclude Guadagnuolo – il nuovo ”avveniristico” modello di gestione delle stazioni marittime e dei servizi ai passeggeri che il presidente Mariani ed il suo segretario generale Sommariva intendono lasciarci in dote alla scadenza del loro mandato”.
Anche il professor Tommaso Affinita, ex presidente della Port Authority di Bari, interviene sul tema.
“Le dichiarazioni del direttore della MSC Domenico Pellegrino a proposito dell’inadeguatezza del Porto di Bari a ricevere le più moderne navi da crociera e quindi la decisione di ridurre i loro approdi (il che ovviamente varrà anche per le altre grandi Compagnie che fanno scalo a Bari) sono estremamente preoccupanti e chiamano direttamente in causa le responsabilità dell’Autorità Portuale e del suo presidente incapaci di porre in essere, in oltre quattro anni di attività, una previdente programmazione delle infrastrutture e dei servizi a sostegno del traffico crocieristico.
“Avendo avuto – scrive Affinita – nel corso della mia presidenza dell’Autorità Portuale, l’intuizione, rivelatasi vincente, di portare le crociere a Bari, apprestando conseguentemente le opere (le banchine della Darsena di Ponente, il nuovo Terminal) e l’assetto organizzativo più efficace (la costituzione della BPM rispose proprio all’esigenza di avere uno strumento operativo snello ed efficiente in grado di gestire con alti standards qualitativi i servizi di supporto ai passeggeri) sono fortemente rammaricato del pericolo, ormai concreto, che Bari perda il ruolo così faticosamente conquistato in campo internazionale soprattutto nell’attività crocieristica. Non avendo contestualmente sviluppato significativi traffici commerciali, anche qui per assoluta incapacità programmatoria e realizzativa (emblematica al riguardo rimane la grande “incompiuta” di Marisabella), Bari scadrà dunque a porto di serie B nel panorama della portualità italiana, con inevitabili e gravi ripercussioni sui tanti imprenditori e lavoratori che hanno dedicato allo scalo il loro impegno.
“Il presidente Mariani, già commissariato dal ministro Matteoli e salvato soltanto da una benevola pronuncia giurisdizionale, dovrà rispondere alla Città, al suo tessuto produttivo, all’opinione pubblica di questa gestione fallimentare della quale il grido di allarme lanciato dalla MSC Crociere è soltanto l’ultimo episodio.
“Invece di prendersela con il ministero, Mariani dovrà dire perché sono rimasti inutilizzati i cospicui finanziamenti da me lasciati nelle casse dell’Autorità Portuale, quali interventi infrastrutturali sono stati realizzati dopo quelli portati a termine o impostati nell’arco della mia presidenza, dovrà dire infine perché – aldilà di una complicata disputa giuridica del tutto strumentale – ha voluto mettere in crisi un modello gestionale (la BPM) dimostratosi di grande efficienza – come da lui stesso espressamente riconosciuto davanti alla Commissione ministeriale d’inchiesta – per disarticolarlo del tutto e svilirlo a mera gestione di servizi di pulizia o di guardiania (così si evince dalla gara in via di espletamento); se già ora, per le persistenti carenze infrastrutturali, le Compagnie minacciano di lasciare Bari, inevitabilmente il colpo di grazia verrà dallo scadimento qualitativo dei servizi di supporto ai crocieristici, una volta eliminato o del tutto ridimensionato il “modello BPM”.
“In definitiva – conclude Affinita – questi ultimi sono stati anni sicuramente perduti ai fini dello sviluppo del Porto che pure rappresenta un “asset” decisivo dell’economia di Bari e della Puglia; chi ha determinato questa situazione, preferendo alimentare scontri dissennati, e coloro che, a livello istituzionale e politico, hanno condiviso e continuano a sostenere l’esperienza fallimentare di Mariani, dovranno prima o poi risponderne”.