Collaudato (con qualche grana) il “ Mediterraneo”

LIVORNO – Per qualcuno è il solito polverone mediatico, fatto più che altro per colpire (ma come e perché?) il presidente della Port Authority ormai in scadenza, Roberto Piccini.

Per altri è il doveroso accertamento di una realtà che tutti sapevano ma su cui nessuno aveva ancora messo nero su bianco. Comunque sia, la commissione di collaudo della Port Authority ha sancito che il bacino galleggiante “Mediterraneo”, costruito nove anni fa dall’ex cantiere navale Orlando e consegnato all’Authority  cinque anni fa (alla fine della presidenza Marcucci) può essere utilizzato in sicurezza  almeno fino a navi da 13 mila tonnellate. Potrà “forse” essere utilizzato anche per navi maggiori, fino alle 18 mila tonnellate per cui è stato costruito, ma il collaudo si è fermato a 13 mila perché ad oggi non si è trovata una nave giusta per un collaudo superiore. Le 13 mila tonnellate sono state garantite con l’ingresso e il collaudo statico fatto dal Rina con la  “Vera  Maersk” qualche settimana fa. Ma i lavori della commissione di collaudo sono andati oltre e si sono conclusi, ad oggi, con la verifica che il bacino è sicuro ed utilizzabile almeno fino a questa portata, salvo trovare in futuro una nave in riparazione a Livorno che consenta un collaudo fino al limite massimo di appalto.

E le inadempienze riscontrate? Secondo il verbale della commissione – presidente Emilio Baroncini, rappresentante del RINA il suo presidente Gaspare Ciliberti già direttore generale del ministero della Marina, membro per l’Authority l’ingegner Umberto Campana – si tratta di dettagli non funzionali, ma che comportano comunque un danno patrimoniale. Sul verbale ovviamente non ci sono dichiarazioni ufficiali, ma sarebbe stato anche rilevato che nel periodo successivo alla consegna in gestione al cantiere Benetti  sarebbero stati fatti interventi non autorizzati. Il tutto sufficiente a suffragare la causa che l’Authority ha fatto contro l’Orlando per escussione della fideiussione assicurativa. Poi starà ai legali decidere se e quanto l’Authority per conto dello Stato (che ha pagato il bacino) otterrà. Ma intanto c’è almeno un dato di fatto: fino a 13 mila tonnellate, il “Mediterraneo” è collaudato, è sicuro e può essere messo in gara per la gestione. Salvo il contenzioso non voglia servire per rimandare ancora. Come continua a non essere presa alcuna decisione strategica per il “bacinone”, al quale sono legate le istanze delle riparazioni navali, ma anche della nautica da diporto che attende – non certo tranquillamente – di essere decentrata dal porto Mediceo per l’avvio dei lavori del “marina” di Benetti. E il tempo passa, ma come dice il vecchio proverbio toscano… Berta ‘un si marita. Ovvero: le barche da sfrattare, dove le mettiamo?

Antonio Fulvi


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