Porto Cervo analizza l’“harakiri” italiano

Un forum sulla “industria del lusso possibile” e delle sue ricadute sull’economia nazionale

PORTO CERVO – Quanto rende alla comunità locale un mega yacht ormeggiato in un porto italiano? Quante famiglie sono mantenute dal lavoro originato dai grandi simboli del lusso? Quali occasioni sono buttate al vento da un paese che fa prevalere l’invidia sulla logica economica e sul mercato?
A queste domande darà risposte venerdì 8 maggio a Porto Cervo, il primo forum sull’“industria del lusso possibile” che accenderà i riflettori sulle potenzialità economiche e sulle ricadute occupazionali di un settore che un paradosso evidente, in Italia viene demonizzato e non sfruttato come si potrebbe.
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