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Piattaforma Europa, quali fondali? Rossi spiazza tutti (con tanti dubbi)

Nella foto: Massimo Provinciali al tavolo di Bruxelles

Sta diventando un tormentone il dibattito sui dragaggi, anche in relazione ai progetti dell’UE sui “core ports” e sui traffici a partire dal 2030 – Il richiamo al project-financing come risposta più logica alle reali richieste avanzate dai terminalisti interessati

FIRENZE – Il “dopo Bruxelles” per la piattaforma Europa di Livorno si  chiude – tre giorni dall’evento – con una dichiarazione del governatore  della Toscana Enrico Rossi che sembra aver ributtato buona parte delle  carte all’aria. Ovvero: voglio i fondali della piattaforma a 20 metri  o non finanzio niente. Sorpresa, imbarazzo, incazzatura di qualcuno.  Ma che gli ha preso al governatore?

[hidepost]Rossi l’ha detto con una insolita durezza, dicono gli osservatori, al  termine delle sue (brevi) conclusioni della giornata di cui pure era  stato convinto sostenitore. E dopo averlo detto, ha preso la porta e  se n’è andato di brutto.In più l’ha ribadito qua e la nelle  interviste sul web. Così quello dei 20 metri di fondali sta diventando il vero tormentone del “dopo Bruxelles”. Molto di più delle varie elucubrazioni su chi c’era, chi doveva esserci dei grandi investitori e chi è davvero interessato. Le paginate dei quotidiani non sembrano  aver colto il nocciolo del problema. E spingono a qualche riflessione.

La prima: i 20 metri rossiani sono uno scatto di nervi del presidente della Toscana, che notoriamente ogni tanto rompe gli argini e caratterialmente sopporta poco gli infiniti rimpalli dei vari protagonisti (16 metri di partenza, poi 18 metri secondo alcuni, poi  polemichette relative, poi un’occhiata ai 20 metri cui sta arrivando Pimbino, eccetera)? Oppure Rossi ha “sparato” pesante sui fondali perché negli ormai noti e commentati colloqui con Gianluigi Aponte a Ginevra il mega-armatore gli ha suggerito che bisogna programmare più in grande? Ipotesi che qualcuno ha avanzato, alla disperata ricerca di  un alibi per la sparata del governatore: ma che non sembra realisticamente sostenibile.

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In Authority portuale ovviamente nessuno vuol commentare la sparata del governatore. Ma i tecnici fanno rilevare che la pianificazione  europea del network dei “core ports”, con l’obiettivo di arrivare  realisticamente al 2030/2050 con le strutture ideali, punta ad  accogliere le full-containers del range più elevato con fondali  realisticamente non superiori a 18 metri. Perché anche una 20 mila teu delle prossime generazioni (che tra l’altro vengono ormai progettate  per pescare meno, guadagnando in larghezza) considerato che non è realistico prevederne sempre il massimo pescaggio con il massimo di un  carico pesantissimo, con 16 metri di pescaggio e 1 metro in più di  tirante sotto la carena può entrare tranquillamente.

Si potrebbe credere, semplicisticamente, che 20 metri sono una  garanzia migliore che 18 metri per il futuro. Un ragionamento che potrebbe essere sviluppato all’infinito: 22 metri sono ancora meglio, eccetera. Fatto è che dragare il fondale a 20 metri comporterebbe  passare dal togliere 12 milioni di metri cubi invece di 8 milioni: con  più spesa, ma specialmente con un maggior tempo di lavoro che potrebbe  superare un anno, quando tutti insistono sul far presto. Il prossimo, sospirato decreto dell’Ambiente consentirà di ributtare in mare i fanghi puliti, riducendo le spese e accelerando i dragaggi? Tutti ci sperano, ma non sarebbe in ogni caso risolutivo del problema.

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Volendo semplificare al massimo, il punto fondamentale che il  governatore sembra non aver considerato è che l’intera operazione  della piattaforma Europa partirà con la gara di project-financing. Il che significa che i privati finanziatori interessati dovranno realizzare loro il progetto dettagliato della piattaforma, sulla base di quelle che saranno le loro esigenze di gestione per i prossimi (almeno) 50 anni. Ovvio dunque che chi s’impegnasse a mettere sul piatto 400 o 500 milioni di euro da aggiungere alla parte di finanziamento pubblico garantito da Regione, Authority portuale e Stato, vorrebbe decidere non solo i dettagli della piattaforma, ma anche e specialmente i fondali. Imporre loro a priori, prima ancora che la piattaforma abbia un vero progetto, di andare a scavare a -20 metri (con le fondamenta, presumibilmente, ancora più giù) sembra una pesante forzatura. Di cui non è facile comprendere le ragioni, visto anche che il governatore Rossi fino a ieri sembrava in piena sintonia con il mondo degli imprenditori marittimi più direttamente interessati  (e anche ufficialmente esposti) al progettato porto livornese del futuro.

A. F. [/hidepost]

Pubblicato il
19 Settembre 2015

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