Tanti timori di tempi lunghi per la riforma della Riforma
ROMA – La palla è al consiglio dei ministri della prossima settimana – data indicata, il 15 settembre – per gli annunciati “correttivi” alla Riforma dei porti. Ed è inutile sottolineare come tutto il mondo della logistica italiano – ma non solo – sia in attesa di conoscere che cosa sarà “corretto” e in che modo. Ma c’è già all’orizzonte il problema dei tempi. Ovvero: quanto tempo occorrerà perché gli eventuali decreti (ne sono attesi più d’uno) diventino operativi al cento per cento? L’iter nazionale di legge prevede che i decreti debbano poi passare dalle Camere, dove ci sono i gruppi d’opposizione – ma non solo – che hanno preannunciato battaglia. E anche all’interno della stessa maggioranza le posizioni del ministro Delrio non sempre coincidono con quelle di Debora Serracchiani, che oltre ad essere presidente di Regione è anche potente vicesegretario nazionale del Pd.
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Da Assoporti, dove il neo-presidente D’Agostino cerca di dare linee d’azione comune ai “sistemi” che tendono invece ad andare ciascuno per conto proprio, traspare un certo nervosismo. Dissimulato, perché Assoporti è rientrata (dalla finestra…) nelle stanze dei bottoni del MIT dopo esserne stata formalmente esclusa dalla porta. Anche Confetra, che non si è mai nascosta nel proprio appoggio alle linee di governo di Delrio, rileva che allungare i tempi per avere una riforma pienamente operativa e altrettanto pienamente definitiva non fa bene a nessuna modalità del trasporto. Su tutto incombe poi lo scontro in Confitarma, che pur non riguardando la Riforma ha incidenza sugli atteggiamenti del MIT verso i sistemi portuali.
Ci aspettano in sostanza giorni di dibattiti dove fatalmente sarà la politica, e non la struttura più o meno tecnica che la Riforma ha tentato di dare al sistema nazionale, a dare e determinare i targets.
A.F.
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