ROMA – Negli ultimi anni il modello tipicamente italiano del family business applicato all’impresa armatoriale è stato messo a dura prova dai macro-trend globali. Le parole d’ordine per resistere alla volatilità e restare competitivi sono: capitali ingenti, dimensione e management. Tra le varie rivoluzioni cui è chiamata l’industria armatoriale post-crisi (specie in Italia) vi è un profondo ripensamento del proprio rapporto con il sistema finanziario. Il settore marittimo, infatti, è sempre meno compatibile con strutture di capitale rigide e sbilanciate sul credito bancario ma richiede capitali pazienti e partner finanziari “educati” alle dinamiche settoriali, capaci di accompagnare l’impresa in tutte le fasi del ciclo, e non solo quando il mercato è in espansione.
È in questo contesto di grande trasformazione che Assarmatori – dice una nota ufficiale – ha assunto la responsabilità di istituire un tavolo permanente di confronto tra industria marittima e finanza domestica e internazionale, con l’obiettivo di aprire un dialogo aperto ed esplorare nuove forme di collaborazione, trasformando quella che a tutti gli effetti è un’emergenza in opportunità. La definitiva composizione del tavolo di lavoro verrà annunciata nelle prossime settimane ma l’auspicio è quello di coinvolgere solo personalità di alto profilo, con idee concrete ed esperienze rilevanti nei rispettivi ambiti.
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