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Elogio (?) della lentezza

LIVORNO – Prima che me lo dica qualcuno di voi, ammetto subito il plagio. “L’elogio della lentezza”, parafrasi del più noto “Elogio della pazzia” di Erasmo da Rotterdam, appartiene alle “Lezioni americane” di Italo Calvino. Che scriveva anche: se la linea retta è la più breve fra due punti fatali e inevitabili, le digressioni la allungheranno: e se queste digressioni diventeranno così complesse, aggrovigliate, tortuose, così rapide da far perdere le proprie tracce, chissà che la morte non ci trovi più, che il tempo si smarrisca, e che possiamo restare celati nei mutevoli nascondigli.

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Paradosso ovviamente. Eppure sembra che nel nostro benamato Paese, questo paradosso sia in troppi casi preso per metodo di comportamento. Per giocare la morte? O più prosaicamente perché operare con la giusta prontezza richiede il coraggio delle decisioni?

Mi tengo sulle generali. Però il quotidiano esercizio di cronaca ci mette di fronte a una lentezza che non merita elogi: e che esaspera chi ha invece a che fare con i tempi dell’economia. Per di più avendo le prove che quando si vuole davvero, i tempi si possono accelerare: si veda il ponte che sta velocemente sostituendo quello della tragedia di Genova. Nei giorni scorsi a Davos, nel cinquantesimo vertice mondiale sull’economia, si è fatta melina anche sull’ambiente. Che è diventato la palestra di tante chiacchiere, salvo scaricare sulle imprese, sull’armamento e sulla logistica gli oneri (e non certo gli onori) per fare meglio.

Pessimismo? Forse. Però ci sono i fatti. Prendiamo il codice degli appalti italiano, un mostro che ormai è vituperato da tutti ma rimane lì, praticamente immutato. Prendiamo la programmazione nazionale delle infrastrutture delle Autorità di Sistema Portuale: la riforma della riforma aveva nella programmazione degli investimenti pubblici una delle priorità. Ne sapete niente ad oggi? Prendiamo… ma mi fermo. Perché non vorrei essere accusato di fare politica. Elogio della lentezza o è meglio rifarci ad Erasmo e al suo “Elogio della pazzia?”.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
25 Gennaio 2020

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