Quell’urgenza su infrastrutture urgentissime
LIVORNO – Forse nell’emergenza continua legata alla pandemia e alla continua schermaglia sulla (improbabile) crisi di Governo, molti di noi si sono dimenticati del decreto sulle infrastrutture urgenti da realizzare addirittura a razzo, con la nomina di commissari ad hoc. Sembrava che dovesse essere una faccenda tanto veloce da avviare in poche settimane tutta una categoria di esperti con un ordine di servizio che replicasse il “sistema viadotto di Genova”: quel sistema che in poco meno di un anno, ignorando gli infiniti balletti della più retriva burocrazia, ha rifatto e riaperto il tragico viadotto crollato sul Polcevera.
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Sembrava. A quello che sappiamo, al momento non s’è mossa foglia. Le infrastrutture urgenti sono diventate urgentissime, il ministro Paola De Micheli ha assicurato di nuovo l’impegno, ma niente di più. E i commissari? C’è nebbia in Val Padana, diceva un vecchio refrain.
I più ottimisti stanno elucubrando che il ministro, saggiamente consigliato, avrebbe deciso di nominare commissari, almeno per le opere urgenti portuali (tra le quali noi livornesi plaudimmo l’inserimento della Darsena Europa) i presidenti delle AdSP. In questa chiave ci sono anche state dichiarazioni d’approvazione, come quelle del presidente di Assoporti Daniele Rossi. Un assenso per aiutare il ministro a decidersi?
Io credo ch’eri credette (mi scusino per il saccheggio della battuta il maestro Dante) che il ministro avesse deciso, ed aspettasse solo conferme o sostituzioni. Ma il tempo passa e Berta ‘un si marita (come dicono a Livorno). E le urgenze stanno mestamente ripiegando le speranze. O no?
Antonio Fulvi
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