ROMA – Sarà la Corte di Giustizia dell’UE a dare una risposta definitiva alla dibattuta tesi della tassazione delle AdSP italiane come se fossero vere e proprie SpA? Mentre il nostro parlamento continua la tragicommedia del governo che non c’è, dalla commissione europea si ribadisce che l’adeguamento fiscale chiesto all’Italia dovrà essere ratificato non oltre il prossimo gennaio 2022. L’Italia nel frattempo deve riferire che cosa sta facendo per adeguarsi.
Ma la battaglia ingaggiata dal cluster portuale italiano contro il kraken – nell’immagine ci scherziamo sopra con Braccio di Ferro, ma è una cosa seria – non sembra avere sufficienti riflessi nelle azioni di Roma. Il kraken, raffigurato come un gigantesco polpo o calamaro in grado di trascinare sul fondo una nave – appartiene alla mitologia nordica, anche se di attacchi di calamari giganti a barche o navicelle c’è una buona documentazione. Nel nostro caso il kraken è la raffigurazione mostruosa e del tutto irrealistica di una burocrazia finanziaria della UE che, non considerando le profonde diversità giuridiche esistenti tra i porti del Nord Europa, valuta la non tassazione delle AdSP come aiuti di Stato”.
Quali reali possibilità ci sono per l’Italia di scappare alla trappola? Se n’è parlato a lungo – come già abbiamo riferito nei giorni scorsi con una nota di Assiterminal – in un webinar di alto livello della stessa Assiterminal, dal quale però sono scaturite più preoccupazioni che rassicurazioni. E in tempi come questi, con le incertezze ancora irrisolte sulle scadenze dei presidenti di molte AdSP, la riforma Delrio della riforma 84/94 ancora a metà del guado, l’impennata dei noli con il “cartello” dei vettori e i cento problemi legati ai lavori “urgenti” ancora totalmente addormentati (una frettolosa nomina dei commissari è rimasta ad momento solo una buona intenzione) anche la minaccia delle tasse sulle AdSP certo non aiutano a dar serenità al comparto. Come ha detto nel webinar il presidente di Assiterminal Luca Becce, “non si è riusciti ancora a risolvere la logica di sistema delle AdSP che era nella riforma Delrio ma è rimasta bloccata”. E c’è anche chi ha ricordato, come il docente di diritto marittimo professor Stefano Zunarelli nello stesso webinar – “Che l’incertezza sul piano giuridico è tra le realtà italiane che più ci spaventano”. Ora si parla già di ricorsi al tribunale dell’Aja (o anche alla Corte di Giustizia europea, come ha suggerito Davide Maresca). Ma il kraken per ora sembra vincerla sul pur volenteroso Braccio di Ferro italiano…
A.F.