Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Una via Costante della “Porta a Mare”

Nella foto: Tito con i figli.

LIVORNO – Più che un omaggio è un ricordo, quello di lunedì da parte del sindaco Luca Salvetti e dell’intero Consiglio comunale, è stato un doveroso riconoscimento a un uomo che della “livornesi” seppe fare un sistema. Ovviamente sul porto, altrettanto ovviamente sul mare.

Le strade del nuovo quartiere realizzato sulle ceneri dell’ex Cantiere Navale Orlando, intitolate lunedì con una bella cerimonia dal Comune, sono due: Via Costante Neri, fondatore del gruppo oggi tra i primi del Mediterraneo per rimorchiatori e imprese portuali sotto la guida del nipote Piero; e via Furio Diaz, primo sindaco dell’Italia post-fascista.

La storia di Costante Neri è di quelle da romanzo. Nato nel 1863, si era fatto da solo, cominciando a fare botti sul porto fino a lanciarsi come “risicatore” ad agganciare i velieri al largo, per il diritto di scaricarlo. Poi con i “navicelli”, poi con il primo rimorchiatore sul porto, ovviamente a carbone, poi con l’aiuto del figli (messi alla gavetta giovanissimi) Tito e Alfredo, si specializzò in salvataggio, rimorchio e recuperi navali. E lavorando, lavorando, sempre lavorando di più, sull’esempio dell’avo Costante, i Neri sono oggi quello che sono. La strada intitolata a Costante si aggiunge alla piazzetta affacciata sul porto che già porta il nome di suo figlio Tito.

Livorno dicono non abbia memoria: ma sui suoi uomini migliori, la memoria ce l’ha. Specie quando i suoi giovani sono degni degli avi.

Pubblicato il
11 Ottobre 2023
Ultima modifica
13 Ottobre 2023 - ora: 12:17

Potrebbe interessarti

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio