Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Meno fondi alle auto più alla difesa

ROMA – La coperta è corta, comunque la si tiri lascia scoperto qualcosa. In questa chiave, il dibattito sulla manovra nazionale di bilancio ogni giorni suscita proteste, lamenti, recriminazioni. Adesso è la volta – si legge nei documenti presentati dal ministro delle imprese Adolfo Urso – dell’automotive: che ha subito un taglio pesante degli incentivi per gli acquisti delle auto green, -4,55 miliardi, con un residuo di soli, 1,2 miliardi (taglio dell’80% circa).

È finita la pacchia per chi, cedendo agli aiuti di Stato, vorrebbe cambiare l’auto.

È giusto, è comprensibile? Tutte le risorse – ha detto Urso – vanno puntate sugli investimenti produttivi, aiutando le aziende, in particolare quelle della componentistica, che sono la vera forza nazionale.

E puntando anche sulla Difesa, prima di tutto in campo navale, viste le crescenti tensioni internazionali e le sfide in atto anche sul Mediterraneo: con 3 miliardi iniziali e altri 8 distribuiti nei prossimi cinque anni, che sembrano questi ultimi più che altro un gesto di …buona volontà, sperando nello Stellone. Con queste risorse l’Italia punta a sviluppare il settore tecnologico per la difesa d’area, l’aeronautica ma specialmente il piano delle fregate Fremm della Marina Militare, che stanno diventando la vera spina dorsale anche per le proiezioni in difesa dei traffici marittimi nel Mediterraneo “allargato”, ovvero oltre il Corno d’Africa e nel golfo di Guinea. 

[hidepost]

Lo chiedono con forza non solo gli armatori italiani, ma tutto il mondo della logistica, sempre più dipendente dagli attacchi (Houthi e pirateria) alle nostre navi mercantili. Siamo in tempi di guerra, anzi di guerre: bisogna che gli italiani se ne facciano una ragione, anche se è dura. E se minaccia di essere ancora più dura nei prossimi tempi. 

(A.F.)

[/hidepost]

Pubblicato il
6 Novembre 2024

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio