A Trieste via ai corsi di cultura portuale

TRIESTE – Ha preso avvio l’attività didattica dell’Istituto di Cultura Marittimo-Portuale di Trieste, Fondazione recentemente costituita dall’Autorità Portuale con la finalità di valorizzare e promuovere la formazione professionale nel settore marittimo e la valorizzazione e fruizione dei numerosi beni culturali portuali.

La missione dell’Istituto di Cultura, ente accreditato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, è quella di sviluppare il capitale umano operante nel settore marittimo-portuale tramite l’accrescimento delle competenze professionali all’interno delle imprese che operano nell’ambito portuale nell’accezione più ampia.

E’ partita l’attivazione di diverse iniziative che si terranno all’interno delle aule della palazzina sede della Fondazione, in Porto Vecchio. Tutte le attività mirano a fornire formazione professionale continua interna ed esterna al Porto (ad esempio tramite percorsi per la tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro, la salvaguardia dell’ambiente, l’approfondimento di lingue straniere…), oltre che a individuare i fabbisogni formativi. Il primo corso attivato, rivolto al personale addetto al settore, riguarda il trasporto marittimo di merci pericolose, mentre, sempre nel mese di marzo, partiranno due percorsi dedicati alla sicurezza dei lavoratori del porto.

“Nel nostro Paese – commenta il presidente dell’Autorità Portuale di Trieste, Claudio Boniciolli – c’è un grande bisogno di formazione nel settore marittimo a livello medio alto e alto. L’Istituto di Cultura Marittimo-Portuale si propone quale strumento di formazione e di cultura per tutti i dipendenti delle imprese operanti nel porto e del personale marittimo. E’ necessario dare agli addetti ai lavori e ai futuri esperti, elementi efficaci di formazione e di informazione. Fornire loro un costante aggiornamento che percorra due filoni principali: la tutela della salute del lavoratore e, quindi, la sicurezza per evitare drammatici incidenti sul lavoro o addirittura decessi, e fornire una strategica conoscenza sul tema della security, della sicurezza anche contro il terrorismo. Di questo contributo educativo – conclude Boniciolli – abbiamo già buoni esempi in Europa, ma anche in Italia, come, ad esempio, il Porto di Livorno. Testimonianza di come un attento sforzo formativo all’interno di una realtà portuale possa gettare le basi per avere allievi preparati nel locale e altrettanti giovani da altre realtà, dall’Est Europa e dal Mediterraneo”.

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