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Masol, primo passo

Si comincia con ristrutturare, poi seguirà la raffineria dell’olio di palma

Jörn Schneider

LIVORNO – E’ quindi ufficiale: la firma dell’accordo con il quale gli ex-stabilimenti Novaol sono stati venduti alla Masol, società italiana del gruppo Musim Mas, è della scorsa settimana e ieri c’è stato l’incontro dei vertici della società indonesiana con le istituzioni per ratificare l’operazione. “La prima fase dei lavori – ci ha spiegato l’amministratore delegato Jörn Schneider – vedrà la ristrutturazione delle due linee produttive mentre la seconda riguarderà la costruzione della raffineria; non sappiamo in quanto tempo riusciremo a concludere il tutto dato che non dipende solo da noi ma anche dai tempi delle amministrazioni coinvolte, soprattutto con riferimento all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni. Ci sono in ballo due questioni: una riguarda la bonifica dei terreni, dal momento che sono in area SIN – oggi in attesa di divenire SIR, cioè di competenza regionale a vantaggio della maggiore snellezza delle procedure – e ciò per noi è molto importante anche in considerazione della nostra intenzione di acquistare altre aree portuali.
[hidepost]La seconda questione riguarda gli aspetti autorizzativi poiché dovremo adeguare l’impianto ex Novaol alle nostre nuove necessità. Una volta risolte le questioni della bonifica dei terreni e delle autorizzazioni abbiamo intenzione di procedere alla costruzione di una raffineria di olio di palma dato che conosciamo perfettamente le procedure tecnologiche”.
Quando si parla di tempi legati a questioni burocratiche è lecito avere preoccupazioni ma da parte del dirigente traspare la fiducia che si possa procedere in modo comunque rapido dal momento che una delle ragioni che ha motivato il gruppo indonesiano nel selezionare Livorno fra i vari luoghi che gli si offrivano è stata proprio la calorosa accoglienza delle istituzioni cittadine che ha condotto effettivamente, in poco più di un anno, l’operazione alla meta. Altrettanto importanti per Musim Mas ai fini della scelta dello scalo livornese sono stati: il pescaggio dei fondali che dovevano necessariamente raggiungere un minimo di 12 metri per accogliere le grandi navi cariche in arrivo da Suez e la sua posizione strategica che gli consente di ben raggiungere l’attuale parco italiano dei clienti sviluppato in particolare nel nord del Paese ed i mercati di tutto il Mediterraneo e del nord Africa.
Il gruppo Musim Mas al momento ha acquistato l’ex terreno Novaol che dà sul Canale Industriale ed ha stipulato un contratto di locazione avente ad oggetto l’area 132 che dà sulla Darsena Toscana e per le due superfici è previsto in futuro un collegamento. La 132 è, da delibera dell’Authority, area multipurpose, cioè in grado di prevedere ogni tipo di attività e verrà utilizzata dal gruppo soprattutto per la parte logistica e per lo scarico delle navi più grosse ma sicuramente non per attività industriali. La polemica sorta precedentemente per l’utilizzo della superficie che poteva ostacolare i piani previsti per il TCO sarebbe perciò risolta.
Dal punto di vista del rispetto ambientale Musim Mas è certificata RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil) e ICC, le due più importanti certificazioni nel campo della produzione, trasformazione e commercio dell’olio di palma. “Siamo molto attenti sia dal punto di vista ecologico per il rispetto dell’ambiente che per la tutela dei nostri 28.500 dipendenti – ha concluso Jörn Schneider – la sicurezza sul lavoro è infatti parte integrante della nostra cultura e siamo da sempre molto evoluti sotto questo profilo”.
Tutta la forza lavoro ex Novaol è stata riassorbita (circa una trentina di lavoratori, fino ad oggi in cassa integrazione) e nel futuro, quando sarà operativo anche l’impianto di raffinazione di olio vegetale, la ricaduta occupazionale in forma indiretta sarà di circa 80-100 unità.
Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
10 Luglio 2013

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