Nuove navi alla Marina adatte anche a uso civile
Si tratta in particolare di pattugliatori veloci e di un’unità di supporto logistico con ospedale per le emergenze umanitarie – Il programma completo del rinnovamento della flotta
ROMA – La flotta della Marina Militare italiana si rinnova. Sottoposta da almeno un paio d’anni a imprevista usura per le operazioni umanitarie (Mare Nostrum ed emergenze migranti), naturalmente invecchiata a fronte dei continui progressi della tecnologia militare, la flotta riceverà finalmente nuove unità in tempi relativamente veloci.
[hidepost]L’OCCAR (Organizzazione internazionale di cooperazione per gli armamenti) ha firmato un ordine da 3,5 miliardi di euro che consentirà la costruzione di sei pattugliatori d’altura polivalenti da 132 metri e 31 nodi di velocità con una opzione aggiuntiva di altri quattro più una unità di supporto logistico del tipo Lss, che è in pratica una grande “San Giusto” molto migliorata, utile per operazioni di supporto alla proiezione di potenza marina sia offshore che inshore. Significativo che tutte le nuove unità hanno caratteristiche polivalenti anche in campo di protezione civile, con attrezzature che per le unità maggiori comprendono anche centri di pronto soccorso ospedaliero e predisposizione per intervenire in caso di calamità naturali.
I gruppi industriali interessati sono Fincantieri (Riva Trigoso e Muggiano) per la costruzione delle navi e Finmeccanica per i sistemi d’arma, l’elettronica e le apparecchiature. Si comincia con la costruzione del primo pattugliatore e dell’unità Lss, per un finanziamento già attivato di 372 milioni. La consegna della prima unità è prevista per il 2021 mentre le altre arriveranno alla marina nel 2025.
Il programma completo che la Marina ha proposto e che è stato in buona parte recepito dalla Legge di Stabilità comporta anche il completamento della linea delle fregate Fremm (progetto condiviso anche dalla Francia) di cui quattro già consegnate e altre sei in costruzione, e inoltre la costruzione di una nave anfibia, dieci cacciamine veloci, due sommergibili classe Toti migliorata, una nave oceanografica e un’unità di supporto logistico. Per questo programma servono altri 5 miliardi, da finanziare entro il 2016, che comprenderanno anche i quattro pattugliatori polivalenti in opzione con il recente ordine.
Il ministro della Difesa ha recentemente riferito che i nuovi ordini consentiranno anche una importante ricaduta sui posti di lavoro sia nella cantieristica nazionale che nell’indotto di Finmeccanica.
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