Tempo per la lettura: 3 minuti

Porti elettricità assurdi

LIVORNO – Non ci crederete: ma l’impianto di alimentazione elettrica costruito qualche anno fa dall’Autorità portuale sulla calata Sgarallino, per rispondere alle normative sia UE che nazionali in materia di porti “green”, sarebbe al centro di un’indagine della magistratura contabile per danni erariali, o qualcosa di simile. La colpa: aver speso fior di danaro pubblico e non averlo mai utilizzato.

Non so se la notizia sia vera o sia una fake news. Ne circolano tante sui porti, non mi meraviglierebbe. Anche perché arriva quasi in parallelo con quella – controllata, quindi vera – di un altro impianto come quello di Livorno in avvio di costruzione a Genova. E a un piano, sottoscritto dallo stesso ministero MIT, per l’elettrificazione dei principali porti, proprio per obbedire ai dettami dell’UE sulla necessità di ridurre l’inquinamento da navi. Un problema che nei giorni scorsi proprio a Livorno – porto di sperimentazione dell’impianto elettrico, sia pure rimasto inutilizzato (ma non per colpa del porto, una volta tanto: bensì perché non ci sono ancora navi con i necessari collegamenti elettrici) – ha registrato una presa di posizione molto critica di un’associazione (Piattaforma Civica) in questi termini.

[hidepost]

*

Scopriamo dall’Ansa – dice la nota di Piattaforma Civica a firma di Barbara La Comba – una notizia oggi: avviato il progetto europeo per il rilievo dello smog in alcune città fra cui Livorno. Da noi il problema principale, nonostante ingorghi e rotatorie ed un piano di mobilità ancora da venire, il vero grande e drammatico problema di inquinamento dell’aria dopo la chiusura della centrale Enel, è lo smog derivante dai fumaioli delle navi attraccate alle banchine. Pensiamo, ci auguriamo, che si parli di questo nello studio che è stato avviato.

Da anni l’opinione pubblica chiede aiuto agli enti di controllo ed alle amministrazioni per ridurre lo smog del porto di Livorno dove ricordiamo è fallito il progetto di elettrificazione delle banchine e, a parte un impegno tardivo di monitoraggio con centraline e sperimentali modelli di studio di diffusione di odori, l’Autorità Portuale non riesce a trovare il modo di prendere iniziative concrete. La Regione nel piano di monitoraggio di qualità dell’aria inserì, dopo alcune istanze di cittadini vista la distrazione dell’Amministrazione, il porto di Livorno ed il problema del traffico da navi. Diverse interrogazioni sono state depositate in questo senso. Oggi leggiamo che Livorno è stato inserita con Pisa in un monitoraggio con centraline a basso costo che alcuni volontari avevano già installato su edifici della zona residenziale vicino al porto. Su questa battaglia importantissima che ha trovato associazioni di cittadini, consiglieri comunali e regionali uniti più volte nella richiesta di azioni forti di riduzione dello smog da navi, ancora troppo poco viene fatto.

È di pochi giorni fa l’annuncio del varo del primo traghetto italiano alimentato a LNG, gas liquefatto, processo per cui è possibile riconvertire i motori che, in fase di attracco e partenza dai porti, possono essere alimentati a metano. Unica tecnologia in grado di dare una risposta concreta al problema, Livorno si trova ad accogliere un centro sperimentale di ricerca proprio per questa tecnologia e recentemente la stessa Autorità Portuale ha riconosciuto l’importanza di questa soluzione rispetto all’elettrificazione. Ci piacerebbe che, visto anche il progetto di monitoraggio a cui Livorno è stata candidata, le amministrazioni coinvolte, appunto, Autorità Portuale, Comune e Regione, sottoscrivessero un protocollo che vincolasse un impegno continuativo su questi progetti, non solo studi scoordinati, ma una vera e propria road map con soluzioni che a partire da Livorno potrebbero aiutare a dare risposte per tutti i porti italiani.

Antonio Fulvi

[/hidepost]

Pubblicato il
10 Novembre 2018

Potrebbe interessarti