Ecco le barche con le ali
LIVORNO – Da principio furono gli aliscafi: Nomen Omen, avrebbero detto i latini, cioè il nome stesso identificava scafi con le ali, nel loro caso immerse. Il tema fu sviluppato in Italia ai cantieri Rodriguez, con una grande diffusione in tutti i continenti, e con esemplari che ancora navigano facendosi onore.
Poi, un po’ alla volta, siamo arrivati ai foils, cioè alle alette subacquee più o meno mobili che ormai hanno invaso anche la Coppa America; dove la prossima sfida si correrà tra imbarcazioni a vela che della tradizione mantengono ormai solo le vele, e se guardiamo materiali e tagli nemmeno quelle. Roba da specialisti, da esasperati della velocità pura sull’acqua? Abbandoniamo pure l’idea: oggi, specialmente sui laghi, si corrono campionati di vela con derive dotate di folis (vedi la prima foto) che una volta in sostentamento raggiungono velocità impossibili agli scafi immersi.
[hidepost]
Per i Coppa America, che pure sono barconi di oltre 20 metri con equipaggi numerosi e servomeccanismi sofisticati (e santi) si parla di velocità oltre i 50 nodi una volta lanciati. Niente rispetto al record mondiale di velocità alla vela, ottenuto grazie a una specie di cat asimmetrico ovviamente su folls, che ha superato abbondantemente i… nodi.
Dalla vela, si sta adesso tornando al motore, riadattando in chiave diportistica il principio (ammodernato) dell’aliscafo. Sia sui motoscafi, sia addirittura sui gommoni, abbiamo visto proporre il sistema, che consente non solo alte velocità ma anche congrui vantaggi in fatto di consumi. Sempre a saperlo utilizzare al meglio.
[/hidepost]