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Pesce d’aprile per i noli containers aumentano specie sul Nord America

Gli incrementi sono già stati annunciati da MSC e Maersk ma altri seguiranno – Anche sulle rotte con il Far East annunciati maggiori costi – C’è chi risparmia andando più piano

ROMA – Se l’aumento dei noli su una tratta marittima è indice di una ripresa della domanda, si potrebbe dire che sul Nord Atlantico le cose vanno non male per gli armatori del comparto containers.

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A breve distanza l’una dall’altra, due importanti compagnie hanno annunciato aumenti tariffari: la MSC dal 1º aprile aumenterà di 200 dollari la tariffa per i 20 piedi e di 300 dollari per i 40 piedi sulle esportazioni verso gli Usa da Italia, Francia Mediterranea, Spagna e Israele.

Anche Maersk in pari data applicherà un “general Rate Increase” (Gri) di 300 dollari per container da tutte le spedizioni che riguarderanno il Mediterraneo, in partenza e in arrivo, per ogni tipo di contenitore, su Stati Uniti, Canada e Guam.

Infine Cosco Container Lines aumenta i costi di trasporto dei contenitori dall’Asia all’Europa (e sull’altra parte del globo dall’Asia all’America del nord) con effetto dal 1º aprile e con un maggior nolo generale di 300 dollari per ogni teu.

Gli aumenti dei noli vengono giustificati in particolare con il forte aumento del costo del greggio, che si riflette sul bunker e quindi sui consumi. Le fullcontainer da parte loro non possono risparmiare riducendo di molto la velocità, come avviene con le navi cisterna, perché per le prime conta in particolare la velocità di consegna e quindi i consumi non possono essere ridotti. L’attuale crisi petrolifera, che rischia di durare a lungo malgrado le promesse della Libia di Gheddafi di riprendere a breve le forniture, sta paradossalmente favorendo proprio la flotta cisterniera mondiale, che riducendo la velocità delle navi (da 1 a 2 nodi) allunga i tempi di consegna ma costringe a rimettere in servizio navi che erano state poste “in naftalina” dalla caduta mondiale dei consumi per far fronte alla maggiore richiesta dai produttori che continuano a rifornire il mercato, tra cui l’Arabia Saudita e la Russia. Il taglio della velocità delle petroliere può portare a risparmi importanti, nell’ordine di 40 mila dollari a viaggio per una traversata dal Golfo Persico all’Europa del nord.

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Pubblicato il
19 Marzo 2011

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