Relitto Concordia in bacino a Livorno
LIVORNO – La disgrazia della Costa Concordia potrebbe rivelarsi un colpo di fortuna per il superbacino di carenaggio di Livorno, che da anni giace abbandonato, in attesa di decisioni sulla sua sorte.
E’ stato infatti confermato che uno dei sei piani di recupero presentati dalle più importanti imprese specialiste, quello in abbinamento tra l’olandese Smit Salvage e l’italiana Neri Recuperi, prevede la messa in galleggiamento del relitto praticamente intero e il suo trasferimento al bacino di Livorno, dove la Costa intenderebbe ricostruirlo./p>
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Lo stesso amministratore delegato della compagnia Pierluigi Foschi ha recentemente confermato che la Costa non intende demolire quello che rimane della sua più prestigiosa ammiraglia, e vuole invece rimetterla in funzione. Se l’operazione si svolgesse nel bacino di carenaggio di Livorno sarebbe un’occasione di lavoro unica per almeno un migliaio di persone, perché si è calcolato che la ricostruzione della nave costerebbe almeno 200 milioni di euro (il prezzo di costruzione fu di 600 milioni) e durerebbe un paio d’anni.
La proposta Smit-Neri è attualmente al vaglio della Protezione Civile con le altre cinque presentate nei termini. L’apposita commissione dovrà scegliere il progetto vincitore entro le prossime 3 o 4 settimane. Tutti i progetti hanno in comune i tempi indicati per liberare l’isola del Giglio dal relitto: da 9 a 14 mesi, utilizzando ogni sistema per ridurre al minimo l’impatto ambientale.
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