Il “risico” della Porto 2000 in corsa Msc e tanti locali
Le aspirazioni da Genova e i valori economici in ballo – Ma i tempi di una eventuale gara si allungano per la necessità della pianificazione del porto – Le indiscrezioni
LIVORNO – L’avvio delle crociere “di testa” della MSC Orchestra dal nuovo terminal dell’Alto Fondale sta rimettendo in moto le previsioni, e gli appetiti, sulla “Porto 2000”: ovvero sulla società partecipata dalla Port Authority e dalla Camera di Commercio di Livorno che gestisce le crociere e i terminal dei traghetti nel porto.
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Significativa del rinnovato interesse, la serie di anticipazioni che in questi giorni la stampa genovese ha dedicato alla “Porto 2000”, con ipotesi di una velocizzazione della gara per privatizzare la società, che sembrano rispondere più agli interessi dei gruppi genovesi interessati alla cosa che non alla reale volontà dei due soci di accelerare.
Secondo “Il Secolo XIX” la compagnia Msc del gruppo Aponte starebbe interessandosi concretamente della “Porto 2000” sul modello già adottato a Genova con la società locale Stazioni Marittime, per poter eventualmente assumere un ruolo determinante nella gestione sia dei traffici croceristici che di quelli dei traghetti. Si ricorda che Livorno è il quarto scalo in Italia su questo comparto (dopo Civitavecchia, Napoli e Venezia), che è un nodo importante per le crociere – quasi 1 milione di sbarchi nel 2011 e in crescita per il 2012 – e che è altrettanto determinante per i traghetti con le isole di Sardegna e Corsica, dove tuttavia imperano i concorrenti di Msc Onorato (Moby Lines) e Lotà (Corsica e Sardinia Ferries). Sempre secondo la stampa di Genova, la privatizzazione della “Porto 2000” potrebbe essere prossima, avendo il presidente della Port Authority Giuliano Gallanti annunciato che ci sarà una gara internazionale non appena sarà completato l’iter del piano regolatore portuale, da approvare in comitato portuale entro maggio.
Se queste sono le indicazioni, nei fatti la situazione sembra assai più complicata. Intanto si tratta dei valori in gioco: circa 20 milioni di euro è la cifra che i due soci della “Porto 2000” considerano congrua, considerando che la società è in attivo e che quindi il valore si calcola su almeno dieci volte l’utile annuo. Ma non va dimenticato che l’anno scorso la “Porto 2000” è stata scissa, lasciando da una parte la società di gestione dei traffici – presieduta da Roberto Piccini – e scorporando quella immobiliare – presieduta da Guido Asti – che non farebbe parte del comparto messo in gara, e che a sua volta varrebbe circa 10 milioni di euro (gli immobili furono stimati nel ’97 circa 20 miliardi di lire).
Valori a parte, c’è anche da capire se il socio di minoranza della “Porto 2000”, cioè la Camera di Commercio, sia della stessa medesima opinione del socio di maggioranza, cioè la Port Authority, nella gara a breve: ammesso che proprio a breve si possa e voglia fare. Tra le clausole dei patti parasociali tra i due soci, c’è anche quella che il socio di minoranza può arrivare prioritariamente ad acquisire, in caso di vendita, fino al 50% delle quote. E non è detto che non lo faccia.
Poi ci sono gli “appetiti” locali: c’era in atto, qualche tempo fa, un complicato progetto che prevedeva – con lo zampino del Comune, a quanto si dice – il potenziamento dell’area traghetti e crociere con un’operazione che avrebbe compreso anche le aree dell’Intercontainer (ormai una specie di scatola vuota) ed eventualmente la società LTM (in annosa contestazione con la Cilp, che si tirerebbe indietro per fare cassa) e che avrebbe poi presentato un pacchetto articolato e succoso su cui avevano messo gli occhi – secondo le indiscrezioni – anche il gruppo Spinelli, con l’eventuale appoggio di grossi calibri bancari della Superba. Per non parlare infine delle aspirazioni della stessa Cilp, che alla “Porto 2000” aveva pensato con vigore nei tempi meno difficili: ma che potrebbe ugualmente presentarsi in una eventuale gara con l’appoggio di altri soci ai quali non mancano le possibilità. Insomma, il risico è aperto. Ma le decisioni ancora sono, come si diceva un tempo, nel grembo di Giove.
A.F.
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