Dogana, problemi e innovazioni
LIVORNO – Dogana livornese e utenti, ovvero – come dice una nota della Port Authority – il tentativo è di lavorare su un fronte comune per far capire che soltanto soluzioni prese di intesa possono avere effetti positivi e duraturi sul sistema portuale italiano.
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Così più volte è stato richiamato il “gioco di squadra”, dal segretario generale della Port Authority, Massimo Provinciali; il “gioco di squadra” che è diventato il leit motiv del seminario a Palazzo Rosciano sul tema. Seminario che ha visto riunirsi le strutture di vertice dell’Autorità Portuale e quelle delle Dogane. C’erano il direttore della direzione centrale “tecnologie per le innovazioni” Teresa Alvaro, il capo della direzione centrale “Gestione tributi e rapporto con gli utenti” Walter de Santis, il direttore interregionale per la Toscana, la Sardegna e l’Umbria, Gianfranco Brosco e il numero uno delle dogane di Livorno, Massimo Ricasoli.
Presenti inoltre tra le istituzioni, il sindaco di Collesalvetti, Lorenzo Bacci, l’assessore allo sviluppo economico e territoriale della Provincia di Livorno, Piero Nocchi, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Benedetto Lipari, e i rappresentanti della Capitaneria di porto e della Polizia di frontiera.
Dopo i saluti del presidente della Port Authority, Giuliano Gallanti, che ha detto di puntare molto sulla telematizzazione delle procedure di controllo doganale per razionalizzare i costi e velocizzare le operazioni portuali, è toccato a Gianfranco Brosco entrare nel vivo del dibattito sui problemi esistenti che in parte si ricollegano – ha detto Brosco – alle complessità di un processo, quello di controllo, che nel nostro Paese coinvolge ben 18 enti diversi, per un totale di 68 documenti prodotti.
«Considerando che ogni anno in Europa – ha detto Teresa Alvaro – vengono rilasciate 245 milioni di dichiarazioni doganali, ben 7 dichiarazioni al secondo, e che in Italia i documenti amministrativi prodotti nel 2011 sono stati 14 milioni e mezzo, appare prioritario semplificare le procedure attraverso un ricorso massiccio alla tecnologia».
«Di fatto – continua la Alvaro – oggi abbiamo pressoché digitalizzato l’intero processo di sdoganamento, riducendo allo 0,08% il totale delle dichiarazioni cartacee prodotte in un anno». Un risultato, questo, che fa il paio con gli importanti traguardi raggiunti dall’Autorità Portuale di Livorno all’interno del TEN T-Mos4Mos, il progetto europeo che ha visto coinvolti 28 partner internazionali provenienti da Grecia, Slovenia, Italia e Spagna, uniti dall’obiettivo comune di migliorare il traffico delle Autostrade del mare.
Due, in particolare – è stato riferito – sono i prototipi messi a punto in questi mesi dall’Authority e che verranno presentati ufficialmente nei prossimi giorni.
Il primo è il cosiddetto Tuscan Port Community System (TPCS): una piattaforma telematica per l’interscambio dei dati tra agenti marittimi, spedizionieri, terminal e dogane, che garantisce il controllo del percorso procedurale e fisico della merce, dal momento in cui parte sino al punto di arrivo o di imbarco.
«Una bella novità – ha detto Provinciali – e siamo gli unici, in Italia, a fornire questo servizio gratuitamente. Grazie alla comunicazione interattiva tra tutti i soggetti deputati alla movimentazione e al controllo della merce, sarà possibile eliminare completamente il cartaceo, favorire l’abbattimento delle emissioni di Co2, e velocizzare le operazioni portuali».
L’altra iniziativa promossa dalla Port Authority è stata quella della tracciabilità della merce all’interno di un corridoio protetto Porto-Interporto. «Il meccanismo – ha sottolineato sempre Provinciali – è molto simile a quello utilizzato per il telepass in autostrada: attraverso una tecnologia di segnalazione automatica, il camion viene “registrato” mentre attraversa il varco doganale. Il sigillo elettronico applicato al container, permette inoltre di verificare se durante il tragitto vi siano state delle manomissioni».
Soddisfatto del seminario il sindaco di Collesalvetti, Lorenzo Bacci, che ha detto: «Quella della tracciabilità con tecnologia RFID lungo il corridoio Porto-Interporto dimostra l’importanza che le infrastrutture immateriali stanno assumendo ai fini di una reale integrazione tra le banchine del porto e le aree dell’interporto. Proprio perché crediamo nelle possibilità di successo di un sistema pienamente integrato, all’interno del quale più soggetti concorrono a determinare il livello di benessere collettivo, riteniamo sia arrivato il momento di allargare i confini della circoscrizione su cui insiste il Porto di Livorno, affinché comprendano anche il territorio di Collesalvetti».
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