Tutto il piano dei Micoperi
Posizionato il primo blocco d’ancoraggio dei 12 previsti

Angelo Roma
FIRENZE – L’Osservatorio di monitoraggio per il recupero della Costa Concordia sta seguendo, come previsto, gli interventi del consorzio Micoperi-Titan al Giglio. Ad oggi è stato fissato il primo dei 12 blocchi d’ancoraggio che impediranno alla nave di muoversi o scivolare sul fondale durante le operazioni di raddrizzamento.
L’ultimo aggiornamento, che è della fine della settimana scorsa, riferisce che sono state già istallate sul relitto le basi dei ganci delle catene che serviranno a raddrizzarlo; e inoltre si sta lavorando per completare entro il 19 settembre l’ancoraggio per bloccare l’eventuale scivolamento in basso dello scafo mentre nella parte centrale, tra la roccia e il relitto stesso, saranno impiantati quattro grappoli di pali (ogni grappolo formato da dieci pali) che manterranno in sicurezza il tutto attraverso un sistema di tiranti d’acciaio.
[hidepost]Il comandante Angelo Roma, già presidente di Toremar e noto esperto di cose marittime e portuali, segue anche da appassionato di tecnica navale le fasi del lavoro, unico al mondo nel suo genere. Come ci ha confermato, ad oggi la nave è inclinata di 80°, è lunga 290 metri, larga 35,5 e pesa a secco 44.612 tonnellate. In più va considerato il peso dell’acqua imbarcata, che secondo alcuni calcoli è intorno alle 5 mila tonnellate, ovviamente “neutre” finchè il relitto è nelle attuali condizioni.
La procedura di recupero del relitto, come ci conferma il comandante Roma, prevede le seguenti fasi:
• Stabilizzare la nave con sufficienti appigli per impedirne il movimento.
• Installare piastre d’acciaio per un maggiore ancoraggio, sostegno ed infine per la rimessa in galleggiamento.
• Porre sacchetti di malta sottoscafo e riempirlo al fine di sostenerlo ed aiutare la nave a ruotare.
• Piantare pali di fondazione per l’ancoraggio e nel frattempo costruire ed installare la piattaforma sottomarina, la cui sezione sarà 40X40 metri.
• Installare cassoni lato SN saldandoli all’intelaiatura precedentemente saldata allo scafo.
• I cassoni arriveranno completi di tiranti idraulici installati, che saranno poi collegati ai punti di trazione della piattaforma.
• Con i cassoni ed i tiranti idraulici in opera, s’inizierà lo spostamento.
• Gli ancoraggi costieri eviteranno che la nave scivoli giù per le rocce.
• Come la forza è applicata ai tiranti idraulici, la nave inizierà a ruotare verticalmente.
• I cassoni dalla costa galleggeranno in posizione. Verranno collegati, zavorrati verso il basso in posizione ed imbragati.
• Una volta in posizione verticale e sicura sulla piattaforma gli ancoraggi potranno essere scollegati.
• Quando tutto sarà pronto per il disincaglio, i cassoni verranno dezavorrati con aria e la nave gallerà dalla piattaforma.
• I calcoli indicano che la nave galleggerà a circa 18,5 metri e le parti superiori dei cassoni, non più necessarie per il galleggiamento, potranno essere rimosse per la riduzione del peso complessivo.
• Le parti superiori sono progettate per essere collegate fuoribordo e per contrastare peso fuori centro e fornire flessibilità.
Il comandante Roma conferma anche che secondo il piano definitivo presentato all’Osservatorio di monitoraggio il 13 agosto scorso da Micoperi-Titan, a integrazione del piano di partenza, il riassetto verticale e il rigalleggiamento della Costa Concordia dovrebbero avvenire entro la fine della primavera del 2013. Nell’incontro con l’Osservatorio il consorzio italo-americano ha presentato il progetto ingegneristico dettagliato (che integra e specifica il livello di fattibilità), relativo a tutte le fasi del piano di rimozione della Concordia, confermando quelle previste dal piano già presentato e condiviso nella Conferenza dei Servizi e nelle precedenti riunioni dell’Osservatorio stesso.
La presentazione del progetto definitivo, sottolinea a sua volta il Dipartimento della Protezione Civile, ha reso possibile avviare gli ordini per la produzione e le forniture di tutti i componenti e i materiali necessari per le lavorazioni.
Come pura curiosità, il comandante Roma sottolinea che si era parlato pure di un modo veloce di rigalleggiamento della Concordia. Prevedeva (e probabilmente il piano continua ad essere in stand-by, non cancellato) di coprire le falle con lastre di carbonio; poi grazie a gru di terra e rimorchiatori tenere in equilibrio la nave e con palloni d’aria sollevarla e posizionarla in orizzontale. Infine con una grande pompa di sentina o una batteria di idrovore aspirare l’acqua dallo scafo, in modo che la nave torni allo stato di galleggiamento.
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