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Clini, ultimatum a Costa

Il ministro chiede di confermare il rimorchio a Piombino

ROMA – Il ministro dell’Ambiente Clini ha dato il suo ultimatum: vuole sapere entro domani dalla Costa Crociere il programma per il trasferimento del relitto della Concordia. Nel frattempo ci sono stati incontri tecnici con il ministero delle infrastrutture alla caccia di quei 100/150 milioni che sono indispensabili per creare a Piombino la “location” giusta. Ma Costa Crociere e l’abbinata Micoperi/Titan sembrano voler tirare la corda al massimo: e hanno fatto circolare l’indiscrezione che se riusciranno a rimettere in galleggiamento il relitto, potrebbero trasportarlo via dentro un bacino galleggiante noleggiato, fino a un luogo di demolizione poco costoso, in nord Africa o in Turchia.
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Siamo al gioco degli scacchi sulla coda di una tragedia che certo non ha fatto bene al nome dell’Italia marinara: e che rischia di farle ancora più male adesso. Nel frattempo, partono a pezzi e bocconi le varie componenti del complesso meccanismo per il raddrizzamento e il rigalleggiamento del relitto. Alcuni giorni fa da Livorno sono partite per il Giglio due piattaforme prefabbricate – sulla nave Svenia appoggiata alla Medov – che sono arrivate domenica scorsa sul luogo, per essere posizionate in fondo al mare. Da Ancona è partita anche la prima chiatta con alcuni dei maxi-cassoni che arriverà a Livorno, dopo aver circumnavigato mezza Italia, tra oggi e domani, per sbarcare sul terminal della Unicoop Impresa. Come noto sul terminalino di Lucarelli i cassoni saranno completati con la saldatura di appositi orecchioni ed altri accessori per essere poi agganciati al relitto.
Tutte queste operazioni confermano non solo che il crono-programma è in forte ritardo, ma anche che ci sono ancora molti margini di incertezza nel suo sviluppo. Alcuni elementi del puzzle sembrano a dir poco contraddittori. Perché, per esempio, i cassoni costruiti ad Ancona saranno trainati fino a Livorno, passando davanti all’isola del Giglio dove dovranno poi tornare con un percorso che tra andata e ritorno allunga il viaggio di un centinaio di chilometri? Non si poteva provvedere a quei lavori, oggi programmati nel terminalino livornese, direttamente all’origine, oppure al Giglio stesso, o alla peggio a Piombino dove non mancano le professionalità adatte? Mistero: uno dei tanti.
E tra i misteri, o almeno gli elementi di dubbio, ci sono anche quelli che sono oggetto delle considerazioni di un nostro lettore, esperto pilota livornese e attento osservatore di quanto sta avvenendo. Pubblichiamo qui a fianco le sue osservazioni. Che contribuiscono, crediamo, ad aggiungere qualche dubbio ai già tanti dubbi sulla vicenda.
A.F.

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Pubblicato il
13 Febbraio 2013

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