Concordia: colpo di coda della Costa?
ROMA – E’ diventata uno scontro in punta di spada, o meglio di fioretto, la vicenda della destinazione del relitto della Costa Concordia per lo smaltimento. Data per scontata la vendita della pelle dell’orso, cioè il recupero e il rigalleggiamento del relitto stesso, che mese dopo mese presenta drammatici cedimenti.
[hidepost]La candidatura di Piombino per smaltire il relitto continua ad essere sostenuta con forza dal governo, con il ministro Clini impegnato in prima persona, dalla Regione Toscana con il suo presidente Rossi, e ovviamente dai piombinesi. Da Roma si è fatto notare – una precisazione che non è secondaria, visti gli appetiti dei porti per ogni euro che viene elargito da un governo mai così stitico nei confronti degli scali – che i 150 milioni destinati a Piombino per il sito Concordia sono in realtà fondi già destinati a quel porto per il nuovo piano regolatore, e “solo anticipati”. Sperando – e questo lo diciamo noi – che “anticipare” non sia nei tempi della burocrazia romana, perchè altrimenti la Concordia si smaltirebbe da sola al Giglio, sciogliendosi in ruggine…
Lo scontro in punta di fioretto però è su un altro dettaglio, che tanto dettaglio non è: se il relitto debba essere considerato un “rifiuto” e quindi seguire strettamente le direttive – e gli eventuali dicktat – del ministero dell’Ambiente, o sia ancora “nave” e quindi rientri nei diritti della Costa portarselo a smaltire dove vuole.
Il sibillino comunicato di qualche giorno fa di Costa è tutt’altro che sibillino: perchè avalla la sua tesi che si tratti di nave. “Costa Crociere desidera chiarire che la decisione relativa alla scelta di modalità di trasporto e la definizione del sito che dovrà accogliere il relitto della nave Concordia per le attività di smaltimento e di riciclo, sarà presa nel pieno rispetto delle leggi e delle norme applicabili, in stretto coordinamento ed accordo con le autorità all’uopo delegate. Ogni decisione verrà presa in accordo con le autorità delegate e terrà in particolare considerazione la sicurezza del trasporto del relitto e la protezione dell’ambiente”.
Perchè sibillino, il comunicato? Perchè sembra voler accettare le prescrizioni del ministero e del governo – considerazione ovvia: difficile poter dire che faranno i cavoli loro infischiandosene di “leggi e norme applicabili”- ma ribadisce che si tratta di una nave, per quanto ridotta a relitto: e quindi ancora sotto la piena potestà dell’armamento, che può portarsela (con la soluzione della nave-bacino specializzata autoaffondante come proposto al ministero) dove vuole. Tesi ardita, anche perchè il relitto è ancora la bara di due dispersi e rientra dunque sotto le leggi italiane.
In sostanza: se Costa avesse voluto accettare le indicazioni-prescrizioni del governo italiano e della Regione Toscana per Piombino, forse non avrebbe usato una nota così poco chiara come quella riportata. C’è dunque da aspettarsi qualche colpo di coda? Sembra probabile, a pensar male. Ma come diceva quel gran furbone di Andreotti, a pensar male si fa peccato, però quasi sempre s’azzecca…
A.F.
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