Venezia, la guerra delle crociere
VENEZIA – Alla fine, sembra la solita faccenda della botte piena e della moglie ubriaca: le navi da crociera dentro il bacino San Marco, fanno più male o più bene?
[hidepost]Come sempre, c’è un “comitato del no” che non le vuole. Come sempre, le compagnie delle crociere che vendono le bellezze di Venezia viste da vicino – qualche volta da molto, molto vicino sfilando a poche decine di metri dai capolavori architettonici della città – cercano di non perdere questo business. Come sempre, le istituzioni danno un colpo al cerchio e uno alla botte: basandosi anche sul provvedimento anti-inchini che il governo prese sotto la suggestione della tragedia della “Costa Concordia” al Giglio e che ha prodotto, insieme a qualche lodevole allontanamento delle navi dagli scogli, anche parecchi assurdi.
Il provvedimento – mai attuato, ad oggi – che impone alle grandi navi da crociera di non transitare davanti a San Marco sta spaccando in due la città. Con molti veleni. Tanto che il comitato “Cruise Venice” presieduto dal giornalista Massimo Bernardo ha presentato alla Procura della Repubblica un esposto (con l’accusa di simulazione di reato ed altre non meno gravi ipotesi) contro chi nei giorni scorsi attraverso il comitato “No grandi navi” ha scritto e documentato con foto (secondo Bernardo alterando la prospettiva) il passaggio troppo ravvicinato della “Carnival Sunshine” alla riva dei Sette Martiri. Di contro l’assessore comunale Gianfranco Bettin spara a zero sulle grandi navi, sull’inquinamento che produrrebbero, sui pericoli. Dimenticando – dicono i suoi avversari – che l’unico incidente nautico mortale di questi ultimi anni è stato quello, recente, tra un vaporetto e una gondola. Insomma, una polemica al cubo che rischia, come sempre di non appurare la verità ma di produrre danni economici a Venezia e al suo turismo. Da capire solo, in questo caso, Cui Prodest…
A.F.
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