Sul “parbuckling” del grande relitto lo scontro sul dove sarà demolito
Fincantieri ribadisce che Palermo rimane il sito più indicato e Costa Crociere continua a non pronunciarsi – Le pressioni politiche e delle lobby – Altri sei mesi per le fasi finali
GIGLIO PORTO – Come si diceva un tempo, lo spettacolo è andato a incominciare. Perché è diventato ormai spettacolo – il diritto/dovere dell’informazione in questo caso è incentivato dall’unicità dell’operazione – l’intervento in corso sul relitto della Concordia: seguito in diretta da televisioni, siti Internet e tutti i più moderni mezzi d’informazione dell’epoca. Mentre andiamo in macchina c’è chi, anche nella nostra redazione, segue l’evento sull’I-phone, praticamente come essere sul posto. Come diceva cinquant’anni fa il protagonista in un celebre film, “E’ la stampa, bellezza!”
[hidepost]In questa realtà mediatica dell’evento seguito in tempo reale minuto per minuto, pretendere di raccontarlo sul nostro bisettimanale sarebbe assurdo. Quando leggerete queste righe, saprete molto di più di quello che sappiamo noi in questo momento mentre scriviamo.
Ma qualche considerazione può forse essere utile a capire che cosa sta succedendo dietro l’immensa “macchina” dell’evento, dietro il suo successo e dietro anche ai suoi insuccessi. Che vanno capiti – compresi quelli dovuti al meteo instabile e alla complessità delle variabili indipendenti – e che andranno valutati a operazione compiuta, esattamente quando si saprà in modo definitivo che cosa verrà fatto con quest’immane carcassa.
Ancora oggi, mentre la grande informazione spara bordate su bordate sugli aspetti tecnici e progettuali dell’intervento, fanno scintille nel duello le sciabolate tra le istituzioni da una parte e l’abbinata Costa crociere-Fincantieri dall’altra. Con le istituzioni – governo nazionale e governo toscano – decise a sostenere l’ipotesi Piombino, se il sito sarà pronto e se il relitto non andrà in pezzi prima. Sciabolate sottotraccia, ma nemmeno tanto: perché proprio mentre la macchina del “parbuckling” vantava di aver sollevato dei primi 40 cm la fiancata immersa del relitto, da parte di Fincantieri si rilanciava l’idea che, se e quando il relitto tornerà a galleggiare, il sito di demolizione non potrà che essere il grande bacino di Palermo. E Costa Crociere sembra essere della stessa idea: malgrado il trasferimento a Palermo di quello che riusciranno a far galleggiare – se ci riusciranno – comporti una navigazione dieci volte più pericolosa, più complessa e più costosa di quella verso Piombino.
Come dicevamo, è presto per fare ipotesi di trasferimento. Siamo solo all’inizio di quella che dovrà essere la più grande operazione di rigalleggiamento di un relitto mai tentata e per quello che si sa al momento in cui scriviamo, non tutto sta andando come previsto. La tecnologia, è noto, può essere eccezionale ma non infallibile, specie dove le varianti possibili sono infinite. Da qui poi alla fase finale, passeranno non meno di altri sei mesi.
Quello che semmai può amareggiare è che sulla conclusione di una delle più grandi tragedie della navigazione lusoria nel Mediterraneo diventino determinanti fattori di scontro politico, istituzionale e addirittura di lobby economiche. Oggi tutto è sottopelle di fronte al grande, tragico spettacolo. Ma da domani…
A.F.
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