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Ora Carrara punta ai ro/ro

E a Livorno scatta l’allarme per il nuovo concorrente

MARINA DI CARRARA – Il presidente Messineo ha tenuto un profilo discretamente basso alla cerimonia di inaugurazione delle nuove aree del suo porto. Ma che lo scalo Marinello abbia aspirazioni di crescere, e di crescere forte, ormai lo sanno tutti. Così a chi gli chiedeva che cosa se ne farà Carrara di un raddoppio delle aree operative, tra l’altro splendidamente servite da viabilità interna e prossimamente dai binari ferroviari, il presidente-ingegnere non ha nascosto che l’obiettivo sono i ro/ro. E ai livornesi sono subito schizzate le orecchie in alto: perché i ro/ro, dopo che sui containers Livorno ha dovuto cedere il passo dopo decenni di predominio, sono e rimangono uno dei suoi traffici più sostanziali.
[hidepost]E non senza problemi, che in questi giorni si sono accentuati malgrado pochi abbiano voglia di parlarne.
Terminalisti storici nei ro/ro come Lorenzini e come LTM, da anni sostanzialmente alleati nel distribuirsi spazi e banchine praticamente attigui, adesso hanno ricominciato a guardarsi intorno: e con il calo degli arrivi – dovuto alla crisi internazionale che non ha certo risparmiato i rotabili – la tentazione di andare a pescare in campo altrui a Livorno torna a farsi sentire. Con il risultato che i tanti che operano nei ro/ro stanno facendosi una guerra all’ultimo sangue, strappandosi carico l’un con l’altro e spesso attraverso tariffe che non sono più remunerative e mettono chi le pratica sull’orlo del baratro.
L’affacciarsi di un nuovo e forte concorrente come il porto Marinello, con le nuove strutture e la voglia di entrare nel business, conferma due cose. La prima: che Carrara, così come del resto Piombino, non ha complessi di inferiorità nei confronti del primo porto toscano. La seconda: che il “sistema dei porti toscani”, pomposamente voluto dalla Regione Toscana e in teoria creato per distribuirsi i compiti e i traffici, non ha mai funzionato e tantomeno funziona oggi, se non per il compito residuale di fare qualche fiera (davvero utili poi, queste fiere?) insieme, facendo pagare per tutti la Regione.
C’è da dire peraltro che entrare nel comparto altamente competitivo ed altamente professionale dei ro/ro non s’improvvisa. L’hanno sperimentato proprio a Carrara con la famosa “fuga” di Nieddu dalle banchine livornesi a quelle marinelle: fuga che ha creato alla fine problemi ad entrambi i porti, senza che nessuno se ne sia davvero avvantaggiato. Ma il problema esiste, i traffici esistono, le Autostrade del mare continuano ad essere un target cui tutti mirano – Europa compresa – e Carrara ha tutto il diritto di farsi sotto. I livornesi sono avvisati.
A.F.

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Pubblicato il
2 Novembre 2013

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