Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Ma sui fondali un dettaglio crea il problema

LIVORNO – Lottare per i traffici, in tempi di straordinaria crisi, può anche essere normale, quindi accettabile, con tutte le amarezze del caso. Ma dover lottare contro le scarse efficienze di sistema, con il rischio di veder compromessi anni di investimenti e di sforzi verso l’eccellenza, appare diabolico.
[hidepost]E’ il caso dei fondali della Darsena Toscana, compromessi (si veda in questo stesso sito l’intervento di Enrico Bonistalli) dai nuovi flussi di fanghi attraverso le porte vinciane. Il peggio è che l’Autorità portuale stava completando un importante piano di dragaggi che entro la primavera prossima dovrebbe portare i fondali livellati a 13 metri di profondità: il fondale per il quale la Darsena era nata e che di fatto è stato disponibile solo in pochi intervalli. Con i nuovi fanghi attraverso le porte, abbondantemente confluiti (e non è finita) le caratterizzazioni fatte nei mesi scorsi, condizione necessaria per partire con i dragaggi andranno quasi totalmente rifatte; il che significa più tempo (ritardi), più spesa per l’Authority e nessuna garanzia che i fondali non vengano di nuovo compromessi finchè le porte rimarranno aperte.
Quello dei 13 metri in Darsena non è infine un obiettivo limitato. Il programma della Port Authority prevede anche per la seconda parte del 2015 il sospirato allargamento della bocca sud del porto con il dragaggio di altri 500 mila metri cubi di materiale: il che darà alle navi fino a 8 mila teu una sicurezza di manovra, in ingresso e specialmente in uscita, fino ad oggi inesistente. Il marine consultant comandante Angelo Roma da anni predica che l’intervento è determinante. Se si riuscirà a farlo sarà un bel biglietto da visita: ma che la Darsena Toscana e il suo bacino di evoluzione non siano di nuovo compromessi dai fanghi è altrettanto fondamentale.
Con il dragaggio della Darsena a 13 metri e con quello della bocca sud si dovrebbe raggiungere, entro la fine dell’anno prossimo, anche un altro risultato: il completamento della seconda vasca di colmata. Che è la base per la piattaforma Europa, cioè per il futuro del porto promesso anche dal governatore Rossi. Tante tessere di un mosaico che ha il suo principale punto debole proprio sulle porte vinciane e sul fatto che non si riesca a trovare un accordo con Pisa per tenerle quasi sempre chiuse. Si parla tanto di sistemi logistici, ma poi casca l’asino su un dettaglio marginale come questo…
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
22 Novembre 2014

Potrebbe interessarti

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora