Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Se gli errori li pagano gli altri…

VENEZIA – C’è chi sostiene che da qualche tempo i veneziani abbiano la vocazione al masochismo. Ovvero, cerchino tutti i modi per farsi male da soli.
[hidepost]E’ il caso del pasticciaccio brutto delle navi da crociera: in cui la sentenza del Tar, che come noto annulla l’ordinanza della Capitaneria (che vietava il transito nella Giudecca e a San Marco delle navi più grandi) pare arrivata troppo tardi per la pianificazione delle compagnie; le quali a Miami confermeranno, tra poco più di un mese, che per questa stagione andranno altrove. Ed è il caso del famoso – o famigerato – progetto del terminal containers offshore, tanto esaltato dal presidente dell’Authority Costa quanto assolutamente inviso al “sistema” dell’Alto Adriatico, dove già l’offerta di terminal containers e di fondali adeguati (si pensi a Trieste con i suoi 20 metri, ma anche a Fiume eccetera) risulta di molto superiore anche alla più ottimistica delle richieste di oggi e domani.
Ciascuno è libero di farsi del male, si dice: ma se sulle crociere è stato un legittimo (ma probabilmente eccessivo) timore dei difensori del delicato equilibrio ambientale della città a ottenere il divieto (oggi annullato dal Tar), i riflessi di quella scelta stanno andando ben oltre la semplice fuga delle grandi navi dalla sola Venezia. Le conseguenze le stanno pagando tutti i porti dell’Alto e Medio Adriatico, dove le navi da crociera arrivavano solo perché la destinazione principale era Venezia. La conferma viene sia dai porti della costa Est, sia dal principale scalo “complementare” della costa ovest, ossia Ravenna: da quando è scattata la fuga da Venezia, anche a Ravenna le crociere sono in caduta libera. E sarà difficile riprenderle malgrado l’impegno della città e della Regione, che pure hanno tante cose belle da far vedere ai turisti.
Si dirà forse che “salvare” Venezia, patrimonio dell’umanità, val bene la perdita di qualche centinaia di migliaia di turisti in una città che forse ne ha anche troppi. Considerazione legittima su tutti i piani: meno su quello dell’economia, specie considerando anche la perdita di risorse nei porti adriatici dove non ci sono timori ambientali. Forse sarebbe stato meglio, come del resto dice la motivazione del Tar, valutare in modo più approfondito gli effetti del blocco. Sperando che il tutto insegni qualcosa anche in merito all’altra diatriba veneziana, quella della mega-piattaforma offshore per i contenitori.
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
21 Gennaio 2015

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora