Se rottamare è far melina sui porti…
LIVORNO – Proviamo a dircelo, in parole povere e fuori dal politichese: l’interrogativo vero, che sta creando cortine fumogene intorno alla riforma, è quelle che vuol misurare la reale volontà del premier Matteo Renzi di “rottamare” in sistema oppure semplicemente di fare un maquillage che renda voti per le ormai prossime elezioni.
[hidepost]E’ brutale chiedersi queste cose? Può darsi. Ma lo giustifica l’andamento carsico di una discussione che vede impegnati, nelle stanze nemmeno tanto segrete, il povero ministro Delrio (che ha ereditato da Lupi la patata bollente) la volitiva Debora Serracchiani (che sta puntando i piedi specie per l’Adriatico) e il “consiliore” Maurizio Maresca (a sua volta capocordata di una serie di teste d’uovo di cui Renzi a torto o a ragione si fida). Il resto del vasto pollaio che si agita, lancia messaggi, punta i piedi e oggi grida plaudendo alla Consulta, per Renzi e il suo cerchio magico conta quanto fuffa.
Il problema però sembra essere che sia Renzi, sia il cerchio magico, non hanno ancora preso la decisione finale: sembrerebbe ormai scontato che la linea Delrio dei 14 distretti portuali non passerà senza sostanziali cambiamenti; ma solo gli sciocchi possono credere che Renzi non dovrà pagare qualche pegno alle Regioni, rimesse in corsa dalla Consulta. Rimane, è vero, la scorciatoia strategica dei decreti Madia sulla “governance”. Ma c’è chi ritiene che affidarsi solo a quelli sarebbe rottamare la rottamazione promessa di un sistema che ormai non produce né può produrre sostanziali aumenti di traffico.
In sostanza, urgono decisioni: decisioni vere, non per le comparsate Tv nelle quali Renzi è bravissimo. E specialmente, decisioni rapide. Perché il mondo non ci aspetta: e se ritardiamo ancora rischia di farci scendere. Dunque, meglio una riforma con qualche buco nero che continuare a far melina.
Buon anno e noi speriamo che ce la caviamo.
Antonio Fulvi
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