Vent’anni di sub della Guardia costiera
Una storia di imprese importanti e di grandi risultati – Il salvataggio dei cetacei e la lotta all’inquinamento
ROMA – Salvaguardia della vita umana in mare, ma anche difesa dell’ambiente e dell’ecosistema marino e tutela delle risorse ittiche e dei beni archeologici sommersi. Questi in sintesi i principali compiti a cui sono chiamati ogni giorno i sub della Guardia costiera, che quest’anno raggiungono l’importante traguardo dei vent’anni di attività. A partire dal 1995, quando a San Benedetto del Tronto veniva istituito il primo nucleo Sub della Guardia costiera, i sommozzatori del Corpo hanno operato in diversi e delicati contesti. Tra i più noti ricordiamo l’evento della Costa Concordia, con i sub della Guardia costiera impegnati nella difficile ricerca dei naufraghi, nel monitoraggio anti-inquinamento e nella messa in sicurezza del relitto, oltre alle attività di soccorso ai migranti nel Canale di Sicilia.
[hidepost]In campo ambientale da ricordare l’eccezionale salvataggio di un branco di capodogli rimasti impigliati nell’agosto del 2004 in una rete a circa 50 miglia al traverso di Palinuro: ormai in procinto di morire, la maggior parte dei cetacei riusciva a recuperare il largo grazie al coraggio e alla determinazione dei sub della Guardia costiera. Professionalità e senso del dovere che fanno della componente subacquea un’eccellenza del Corpo, in passato impegnata anche all’estero e in particolare nell’operazione ambientale “Bahar” (mare in arabo), sul versante libanese del Mediterraneo. Qui, nel 2006, i sub della Guardia costiera contribuirono al disinquinamento di una vasta area marina colpita da una marea nera di olio combustibile, stimata in oltre 22.000 tonnellate, riversatasi in mare a seguito del bombardamento della centrale elettrica di Jieh, a sud di Beirut.
Tra le principali attività di polizia marittima condotte dalla componente subacquea rientrano la repressione degli abusi demaniali e il contrasto alla pesca illegale; in particolare in Campania, dove il nucleo sub è impegnato nella lotta al fenomeno delle reti abusive e a quello della pesca dei datteri di mare, che rappresentano una costante minaccia per il patrimonio ambientale costiero. A tutto ciò si aggiungono la vigilanza sulle Aree marine protette e le campagne di ricerca archeologica, spesso svolte a fianco di Enti e ricercatori e a sostegno di progetti universitari: nel 2008, lungo le coste messinesi, i sub portarono alla luce il rostro di una nave romana, che per il suo valore scientifico e per la tipologia di nave a cui è appartenuto, rappresenta una delle più importanti e recenti scoperte in campo storico-marittimo.
Oggi la componente subacquea si avvale di 5 nuclei operativi distribuiti su tutto il territorio: San Benedetto del Tronto, Napoli, Messina, Cagliari e Genova, dove lavora personale specializzato in possesso di particolari doti psicofisiche. Di recente i rappresentanti dei 5 nuclei sub della Guardia costiera, durante attività addestrativa, si sono incontrati nelle acque prospicienti Numana, nella giurisdizione della Direzione Marittima di Ancona, per deporre sul fondale una targa commemorativa a ricordo del ventennale”.
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