A La Spezia stati generali contro la rissa
LA SPEZIA – Ahi ahi, quando la politica ci mette il becco, alla fine un civile confronto può diventare anche attacco personale. Così almeno il commento scaturito dalla “Community portuale” spezzina a seguito dall’importante convegno sul valore porto, di cui abbiamo riferito nel numero scorso.
[hidepost]La stessa “Community” costituitasi a inizio febbraio tra le associazioni di categoria che operano nel porto, è uscita con un documento in cui sottolinea che “gli scontri personali e il rischio di utilizzare le infrastrutture e i temi di sviluppo come strumenti di polemica e di scontro politico non possono andare avanti a oltranza. Il porto non se lo può permettere”. Andrea Fontana, a nome della “Community” ha risposto a chi aveva subito cercato di tirare le orecchie alla nuova entità (La Spezia Port Service) e aveva rivendicato alle istituzioni il diritto-dovere di discutere i temi dello sviluppo e del rapporto tra porto e città. “Lo sappiamo – ha scritto Fontana – che esistono le sedi istituzionali; abbiamo però l’impressione che la personalizzazione dello scontro abbia logorato e incrinato sedi e metodi ufficiali”. Da qui la proposta: “Come Community ci rendiamo disponibili a organizzare in tempi brevissimi un confronto a porte chiuse, nella forma di stati generali del porto; e mettere sul tavolo, come un vero e proprio elenco della spesa, i temi che sono diventati oggetto di scontro politico”. L’invito è al sindaco, al presidente dell’Autorità portuale e alla Regione. Si attendono risposte.
A.F.
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