Terminal dei rinfusi a Livorno comparazione aperta, i dubbi
LIVORNO – Comparazione avviata, tempi quasi scaduti, molta attesa con altrettanti interrogativi: per la delocalizzazione del TCO dalla calata Orlando alla sponda est della Darsena Toscana, oggi in comparazione con l’offerta milionaria dell’ex direttore dello stesso TCO Federico Barbera e del suo socio Andrea Palumbo, le decisioni dell’Autorità portuale sono annunciate “entro febbraio”. Ma sia che vinca l’una che l’altra delle offerte, si profila un pericolo: quello di almeno un anno di blocco del traffico dei rinfusi, che pure per Livorno vale oltre un milione di tonnellate (con l’indotto) e decide di posti di lavoro.[hidepost]
Il perché di questo rischio, secondo Roberto Alberti presidente del TCO e della federazione nazionale degli spedizionieri marittimi, è nella clausola con cui palazzo Rosciano ha aperto la comparazione. Chiunque vinca la “location” sulla sponda est della Darsena Toscana, la calata Orlando va liberata per il polo delle crociere. E va liberata “immediatamente”, com’è scritto nel provvedimento dell’Authority. In termini concreti, se il dicktat dovesse essere obbedito, significherebbe smettere di importare ed esportare rinfusi dalla Orlando, e cominciare a lavorare sulla sponda est per predisporre il nuovo terminal. Tempi previsti, almeno un anno, senza considerare eventuali difficoltà tecniche aggiuntive. Sia che venga confermata l’indicazione del Piano Regolatore Portuale di un trasferimento in sponda est del TCO, sia che venga considerata più appetibile per il porto l’offerta Barbera-Palumbo, il rischio è quello di perdere per un anno – e poi recuperare non è mai facile – un traffico sul quale ci sono già forti concorrenti anche sulla sponda adriatica. Sul tema, palazzo Rosciano al momento va per la sua strada, evidentemente con la priorità di liberare l’Orlando per il polo delle crociere. Ma gli interrogativi crescono e il Tar è sempre più probabile.
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