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Piattaforma Europa? Ora si parla di Darsena Light

FIRENZE – Nella “tempesta imperfetta” che sta squassando il Pd, le scelte del governatore della Toscana Enrico Rossi sembrano trovare poco appoggio della base del partito. E a noi che di politica non ci occupiamo, tutto sommato poco ci frega. Ovvero: poco ci fregherebbe se, insieme alle convulsioni del Pd toscano, non girasse anche la voce che il promesso impegno di Rossi e della sua giunta al grande progetto della Piattaforma Europa sta subendo un silenzioso ridimensionamento. Tanto che ormai a Firenze si parla, più che di Piattaforma Europa, di “Darsena Light”, ovvero “leggera”.
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Il collegamento del criterio di “Light” allo scontro nel Pd toscano sembra però più una scusa che una realtà. Di fatto, a metterci un carico da 40 contro le aspirazioni livornesi è arrivata anche la Corte dei Conti UE che nella relazione dei suoi revisori dei conti per il 2016 spara a palle incatenate contro i terminal container italiani esistenti sostenendo che già oggi il loro “tasso di utilizzazione per i container è nettamente al di sotto della media mondiale, che è del 67%”. Alcuni dei progetti che sono stati anche co-finanziati dalla UE, secondo la Corte dei conti europea sono quasi inutilizzati o comunque fortemente sotto-utilizzati: e vengono portati ad esempio sia Taranto che Augusta e Cartagena (Spagna).

Il report della UE stigmatizza anche i tanti progetti di investimenti simili in porti vicini. Vengono citati tra questi i progetti di terminal containers di Savona, Genova, La Spezia, e Livorno, per i quali vengono indicati tassi di utilizzazione rispettivamente del, 20% per Savona, del 77% per Genova, del 74% di La Spezia e del 65% per Livorno.

A girare il coltello nella piaga è arrivato poi il già più volte citato libro del professor Sergio Bologna (“tempesta perfetta sui mari”) recentemente presentato sotto l’egida di Fedespedi. Bologna, che di recente ha scritto un articolo anche per la nostra testata sullo stesso tema, sottolinea come buona parte dei terminal container siano ancora scarsamente produttivi e stiano diventando “preda” delle più grandi compagnie di navigazione, che a loro volta cercano di appropriarsi dell’intera catena della logistica, Non tanto però da sborsare cifre ritenute illogiche, come i quasi 400 milioni di euro che sarebbero necessari per l’intera Piattaforma Europa di Livorno (sempre ammesso che non diventino di più per l’eventuale, temuto “taglio” dei finanziamenti della Regione Toscana). Da qui il tentativo, con il ridimensionamento della “Darsena Light”, di salvare il salvabile. Se c’è un salvabile.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
25 Febbraio 2017

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