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Napoli ha varato l’organo dei partner

Pietro Spirito

NAPOLI – Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centrale – è il report della stampa locale partenopea – ha nominato i componenti dell’Organismo di Partenariato previsto dalla nuova legge di riforma dei porti.

Il numero dei componenti è di 18 membri, che rappresentano il sistema portuale campano e che sono stati designati dalle associazioni nazionali di categoria maggiormente rappresentative. L’attuale provvedimento sarà integrato e rivisto in seguito alla definizione degli indirizzi e delle regole che saranno stabilite dalla Conferenza Nazionale delle Autorità di Sistema portuale. La disciplina dell’organismo di partenariato sarà adattata ai principi che emergeranno dalla Conferenza Nazionale stessa.[hidepost]

Fanno, così, parte del nuovo organo consultivo dell’AdSP dei porti di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia, i rappresentanti delle seguenti categorie: armatori, industriali, operatori portuali, spedizionieri, operatori logistici intermodali, operatori ferroviari, agenti e raccomandatari marittimi, autotrasportatori, lavoratori delle imprese, operatori del turismo o del commercio.

I compiti che la legge di riforma assegna all’Organo di Partenariato è consultivo, in particolare “in ordine all’adozione del Piano Regolatore di sistema portuale, all’adozione del Piano Operativo Triennale, alla determinazione dei livelli dei servizi resi nell’ambito del sistema portuale dell’AdSP suscettibili di incidere sulla complessiva funzionalità dell’operatività del porto, al bilancio di previsione e consuntivo” L’Organismo, infine, si esprime su questioni che riguardano l’organizzazione e il funzionamento del porto su richiesta del Presidente o della maggioranza dei componenti dell’organismo stesso o del Comitato di Gestione.

La riunione prima dell’Organismo di Partenariato dell’AdSP del Mar Tirreno centrale si è svolta il giorno 9 marzo alle ore 16.00 nella sede dell’Autorità.

* * *

Intanto è stato esaminato conclusivamente il nuovo Piano Operativo 2017-2019 dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centrale, il documento di programmazione che stabilisce, in uno scenario euromediterraneo, le direttrici di sviluppo integrato dei porti di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia.

Il primo Piano Operativo, dopo l’approvazione della nuova legge di riforma della portualità, delinea la strategia di sviluppo in un’ottica di sistema campano della portualità, puntando sui servizi e sull’intermodalità. Per quanto riguarda gli investimenti, l’attenzione è concentrata sull’attuazione dei programmi fissati nel Grande Progetto, finanziati dalla UE e dalla Regione Campania per i porti di Napoli e Salerno: dragaggi, collegamenti stradali e ferroviari, infrastrutture fognarie e idriche.

Il Piano arriva al termine di diverse sedute ad esso dedicate e dal primo confronto con l’organismo di partenariato composto dai rappresentanti delle forze economiche, sociali e dai rappresentanti degli operatori dei porti di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia che hanno contribuito alla definizione del POT. L’intento è condividere la versione finale con gli operatori prima dell’approvazione, a valle dell’incontro, da parte del Comitato e dell’invio del POT al ministro Graziano Delrio, includendo le osservazioni che risulteranno dal tavolo di partenariato.

“Nasce con questo piano operativo – ha precisato Pietro Spirito – una programmazione di sistema portuale del Tirreno centrale integrando i porti della Campania per valorizzare le opportunità di sviluppo. Obiettivo primario sarà quello di portare a compimento le opere infrastrutturali in corso in tutti i porti che rientrano nella sfera di responsabilità dell’Autorità. La nascita infatti del nuovo organismo deve servire a accelerare la realizzazione degli interventi in corso al fine di rendere maggiormente competitivo il sistema del Tirreno centrale rispetto alla portualità mediterranea”.

Ammonta a 141 milioni il piano di investimenti per lo scalo partenopeo, 73 milioni quelli stabiliti per lo scalo salernitano. Tra le opere ritenute di primaria importanza vi sono, per Salerno e per Napoli, il piano dei dragaggi; il completamento della Nuova Darsena di Levante e il nuovo collegamento viario e ferroviario per lo scalo partenopeo per Salerno obiettivi primari sono il completamento della “Porta Ovest”, l’allargamento della imboccatura del porto e la realizzazione di un nuovo terminal traghetti per traffico ro-ro; per Castellammare di Stabia, il piano punta a valorizzare il porto per l’attracco di mega-yacht e per il rilancio dell’industria cantieristica.

“L’indirizzo strategico – ha affermato il presidente Spirito – è potenziare il sistema campano, sistema portuale multipurpose, sostenuto da un bacino demografico ad alta densità di popolazione (14 milioni di abitanti) e dalla presenza di importanti poli produttivi, che si estendono dalla Campania alla Basilicata, alla Puglia settentrionale e al basso Lazio. La previsione di istituire zone economiche speciali (ZES), che coinvolgono i territori dei porti di Napoli, Salerno e Castellammare, può rappresentare uno strumento di politica industriale rilevante per lo sviluppo economico della portualità, in quanto consentirebbe di ispessire e consolidare il tessuto produttivo regionale, attraendo l’attenzione delle compagnie armatoriali”.

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Pubblicato il
11 Marzo 2017
Ultima modifica
15 Marzo 2017 - ora: 16:42

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