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Shipping e digital a “crescita lenta”

Fabrizio Zerbini

TRIESTE – Le blockchain nel futuro della nostra società e in particolare nel futuro dello shipping e dei traffici ad esso collegati: di questo si è parlato nella recente conviviale del Propeller Club triestino, che ha ospitato relatori con grande esperienza nel settore.

Roberto Garavaglia, consulente strategico di sistemi di pagamento digitali, docente e divulgatore scientifico, ha aperto la serata con una spiegazione sulle modalità di utilizzo di una “catena di blocchi”. Autore del libro “Tutto su Blockchain”, Garavaglia ha utilizzato alcune delle metafore contenute nel volume proprio per sottolineare l’idea rivoluzionaria che sottende a questa nuova tecnologia.

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Di rivoluzione ha parlato anche Christian Miccoli, manager bancario già amministratore delegato di ING e CheBanca!, ed oggi alla guida della startup Conio che ha ripercorso la storia delle criptovalute, evidenziando quanto siamo vicini ad una svolta epocale.

Il riferimento era a ciò che vuole fare Facebook (per la prima volta una società privata vuole avere una sua moneta digitale) ma anche a ciò che è intenzionata a fare la Cina.

Ci sono notizie, infatti, secondo le quali la superpotenza asiatica vorrebbe varare lo yuan in forma digitale: decisione in grado di saltare a piè pari il sistema delle sanzioni USA, messo in piedi basandosi sul sistema bancario legato agli scambi in dollari.

Di shipping e blockchain nello specifico ha invece parlato Andrè Simha, chief digital and information officer di MSC a Ginevra.

Partendo da quella che ha definito la “crescita lenta” della digitalizzazione nel settore, Simha ha descritto alcune azioni che sta portando avanti uno dei leader dello shipping mondiale, sottolineando quali vantaggi e quali obiettivi si perseguono.

In particolare, il riferimento è stato alla velocizzazione dei processi, alla maggiore trasparenza, alla riduzione dei costi ed all’incremento della sicurezza.

«La serata ha dimostrato l’importanza dello sviluppo tecnologico per il nostro settore e per la vita quotidiana di tutti noi – ha commentato il presidente del Propeller di Trieste, Fabrizio Zerbini – tuttavia, non posso non attirare l’attenzione su una tematica di rilevante importanza quale il rischio di un’eccessiva automazione/digitalizzazione ed una conseguente riduzione di posti di lavoro.

Sicuramente si creeranno nuove opportunità di lavoro, oggi non esistenti, ma sarà tutto da verificare il rapporto occupazionale tra il vecchio ed il nuovo modello e tenendo conto della grande crescita demografica attesa a livello mondiale».

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Pubblicato il
2 Novembre 2019

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