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La Porto 2000 in affanno con un presidio permanente

LIVORNO – I problemi aperti dal blocco delle crociere e dei traghetti per il Covid si sono riflessi anche sulla Porto 2000, che ha visto praticamente svuotato il suo lavoro ed ha dovuto mettere in cassa integrazione buona parte del personale. Un organico, tra l’altro, che secondo alcune interpretazioni risulta già sovrabbondante rispetto ai compiti che si riaffacceranno dopo la crisi. Il personale ovviamente non ci sta e in questi giorni ha istituito anche un presidio permanente di fronte alla sede dell’AdSP che come noto ha dato il via con una gara alla privatizzazione.

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Sul tema è intervenuto con una sua nota anche il Partito Comunista Italiano livornese che ha espresso “solidarietà ai lavoratori della Porto 2000 in presidio permanente davanti all’Autorità di Sistema Portuale di Livorno”.

“In merito alla privatizzazione della Porto 2000 – continua il documento del PCI – avevamo già sottolineato in un precedente comunicato quanto questa operazione fosse stata un errore soprattutto alla luce della crisi finanziaria che colpisce il soggetto maggioritario delle quote della società, della quale fanno ancora parte in quota minoritaria sia l’AdSP che la Camera di Commercio.

“Una crisi, quella della Porto 2000, aggravata dall’emergenza Covid-19 ma non dipendente da essa, di cui la società ritenuta la gallina dalle uova d’oro prima della privatizzazione, oggi si trova a subirne gli effetti.

“Riteniamo utile rammentare – afferma ancora il PCI – che nel capitolato di gara all’art 18, a causa della dichiarazione della nostra città ad area di crisi complessa, era stato inserito il così detto “pacchetto precari” i quali avrebbero dovuto essere utilizzati in base all’accordo di secondo livello. Infine sperando in una veloce risoluzione della vertenza – conclude la nota – chiediamo che l’autorità portuale e gli enti pubblici coinvolti o che possono avere un ruolo determinante, si mobilitino per un esito positivo per i lavoratori”.

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Pubblicato il
13 Giugno 2020

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