Fondali senza più segreti

Nella foto: Il sea robot ISPRA.

ROMA – L’ISPRA, (Istituto Statale Protezione e Ricerca Ambientale) sta facendo conoscere anche al grande pubblico i suoi nuovi strumenti per l’esplorazione dei fondali marini, grazie alla tecnologia robotica e alla sperimentazione derivata da quella militare.

Cosa sono il Remotely Operated Vehicle (ROV) o il tecnoshark?

Sono, dice ISPRA, strumenti subacquei messi a punto negli ultimi decenni, grazie ai quali è possibile osservare e studiare quello che c’è a grandi profondità.

A cosa servono queste tecnologie subacquee e come vengono utilizzate dai biologi marini lo racconta un documentario realizzato dall’ISPRA e lanciato in prima visione su Facebook in occasione della Giornata Nazionale del Mare. Grazie a queste nuove strumentazioni – sottolinea l’Istituto – è possibile oggi studiare in maniera diretta quei fondali che fino a qualche decennio fa non era possibile osservare oltre i 50 metri di profondità.

A bordo della nave oceanografica dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale i ricercatori spiegano come si utilizza il Remotely Operated Vehicle (ROV) fino a 600 metri di profondità, a cosa serve l’ecoscandaglio multifascio o multibeam, il side scan sonar o il tecnoshark. Strumenti che ci consentono di attuare quanto ci chiede l’Europa: proteggere entro il 2030 almeno il 30% dei nostri mari. 

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