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IL CASO BAYESIAN-LYNCH

Caccia al tesoro negli abissi: si cercano i dischi con i segreti delle tecno-spie

Il recupero dell'ultra-yacht si trasforma nel set di un giallo

IL PRIMO ROUND: i misteri dell’ultra-yacht affondato in un mare di segreti

LIVORNO. Accade ogni volta in un paesino scaraventato alla ribalta da un fatto di cronaca (nera): a un quarto d’ora da Palermo, subito dopo Cefalù e sotto Bagheria, il piccolo borgo marinaro siciliano di Ponticello si è trasformato in un set. È lì davanti, a meno di un chilometro dalla riva, che è affondato il “Bayesian”, l’ultra-yacht di uno strano magnate ipertecnologico britannico, in una ancora più strana tempesta d’una stranissima notte di mezz’agosto.

Altri cronisti invece battono il porto di Termini Imerese al quale ha fatto capo la logistica delle attrezzature per un recupero navale che promette già adesso di essere da leggenda: si ipotizza per il pool assicurativo un costo di 30 milioni di euro. Nel frattempo, ogni reporter draga la piccola comunità locale a caccia di qualche vecchio pescatore che tiri fuori qualche storiella curiosa, buona almeno per il “colore”: e, in effetti, di cose curiose ce ne sono già abbastanza nell’affondamento-lampo del “Bayesian” che tutti avrebbero scommesso “inaffondabile”, di sicuro supertecnologico con quell’albero incredibile alto più di settanta metri.

La chiatta olandese da 700 metri quadri “Hebo Lift 2”

Il “Bayesian”, ce lo diciamo come riassunto della puntata precedente, era l’ultra-yacht  di un  ex ragazzino di borgata diventato un geniaccio statistico-informatico nel segno delle tecnologie del controllo: prima del rilevamento di impronte digitali, poi del riconoscimento biometrico. Talmente geniale da essere rincorso dai servizi segreti di mezzo mondo, soprattutto occidentale, per avere accesso ai guizzi della sua statistica probabilistica con ambizioni predittive. Dopo aver ceduto agli americani un gioiello di società di avanzatissimi apparati di controllo da 007 e (in cambio?) esser stato negli Usa assolto a sorpresa alla fine di una lunghissima guerra legale che metteva in ballo miliardi di dollari: dopo tutto questo, è morto nel suo ultra-yacht affondato con i suoi misteri. Praticamente nelle stesse ore in cui – ma guarda un po’ quant’è bizzarro il destino – il suo socio è stato ammazzato in una stradina della campagna inglese dove stava facendo una corsetta.

Era facile prevedere che l’operazione recupero del “Bayesian” potesse scatenare nella stampa internazionale una attenzione che sa di ossessione: a scrutare quella mappa dell’immaginario collettivo che sono le pagine indicizzate su Google ci si accorge che “Bayesian yacht” conta 651mila ricorrenze. E se il protagonista (morto) di questa telenovela – il tycoon tech dei misteri Mike Lynch, altro che Musk… – non lo conoscevamo, è solo colpa nostra: per lui le ricorrenze web sono più di tre milioni, mica poi tanto lontano da Briatore che pure qui da noi viene accreditato come celebrity di primo piano.

Oltretutto gli elementi per imbastire un bel giallo ci sono tutti quanti: qui il link all’articolo della Gazzetta Marittima che dà conto della “serie di sfortunati eventi” ben più singolari di quelli snocciolati nella serie tv Netflix. Casomai ne mancassero, ci ha pensato il video che si dice sia stato girato durante una ispezione all’interno dello yacht affondato dai militari del Comsubin, gli incursori sub della Marina militare che si sono conquistati una solida fama internazionale fra le realtà d’élite: scafo intatto, idem i comandi del motore e gli apparati elettronici.

La zona dove si sta preparando la gru galleggiante per il recuero del “Bayesian”

Da ricordare che l’edizione siciliana di “la Repubblica” parla di tutto esaurito nelle strutture ricettive: «oltre 500 persone hanno già preso d’assalto i siti e i telefoni di alberghi, b&b e case vacanze di Porticello e Santa Flavia», le possibilità di accoglienza sono «prenotati al 95% fino alla metà di maggio».

La “Bayesian-mania” rischia di tramutarsi in un’orda di curiosi che cercheranno in ogni modo di avvicinarsi al relitto, da otto mesi giù su un fondale a 49 metri di profondità. Dunque, non così impossibile da raggiungere per un sub che abbia una buona esperienza: ai cronisti del quotidiano i gestori dei centri sub e i padroni di imprese di escursioni subacquee confermano di aver ricevuto richieste in tal senso da clientela straniera. Tuttavia, le autorità locali hanno vietato però a chiunque, in primis ai turisti, di avvicinarsi al “Bayesian” affondato: eccezion fatta per gli operatori del recupero, nessuno per nessun motivo può stare a meno di 200 metri dal relitto.

«La barca dovrebbe riemergere nella prima settimana di maggio, al più tardi nella seconda», spiega a “La Stampa” l’ingegnere incaricato di coordinare il recupero sotto il profilo tecnico (e soprattutto dare agli inquirenti le risposte che cercano). Al di là di tutti i tasselli di un mosaico da giallo, c’è da diradare il mistero-base: come mai in appena 16 minuti, secondo quanto dimostrerebbe la traccia Ais, il veliero è colato a picco?

Come spiegato sul giornale torinese, la regia dell’operazione è affidata a una società del Bureau Veritas Group che ha contattato Smit Salvage, impresa olandese che si è occupata di recuperi diventati mito come il sottomarino russo K-141 Kursk, come lo sblocco della “Ever Given” che mettendosi di traverso ha fermato il canale di Suez, come il recupero di una nave in fiamme che aveva a bordo 4mila auto di lusso e, nella prima fase in tandem con il gruppo livornese Neri, la “Costa Concordia” all’isola del Giglio. Per sollevare il relitto è stato deciso di utilizzare una gru galleggiante formato kolossal, quasi 6mila tonnellate di stazza lorde, con una capacità di sollevamento fino a 2.200 tonnellate (e lunga oltre 80 metri): è la “Hebo 10”, forse la più grande in tutto il Vecchio Continente. Lavora in tandem con la chiatta multiuso “Hebo Lift 2”, 700 metri quadri sui quali si muoverà una squadra di 70 superspecialisti. Li mette a disposizione la società Hebo, anch’essa olandese.

Lo snodo-chiave – avverte nel suo reportage Fabio Pozzo, giornalista e scrittore di cose di mare – è il taglio dell’albero (alto più di 72 metri, 42 tonnellate di peso), con tutto l’insieme dei cavi: avverrà sott’acqua, all’altezza del boma. Si fa così, viene specificato, per evitare di compromettere le prove: inutile dire che una qualche contaminazione ci sarà, visto che le manovre per il taglio sono certo invasive. Comunque, stando a quanto si legge su “Il messaggero”, la sega diamantata sarà controllata da remoto in modo da evitare che a causa di possibili cedimenti strutturali i sub mettano in pericolo la pelle. A quanto è stato possibile ricostruire sulla base di notizie di stampa, lo scafo verrà ruotato poi di 90 gradi: sarà sollevato da una gru installata. In un capannone a terra i consulenti compiranno gli accertamenti prescritti dagli inquirenti.

C’è da considerare anche la messa in sicurezza del carburante rispetto al rischio inquinamento: “La Stampa” stima ve ne siano ancora 18mila litri nei serbatoi (che potevano contenerne quasi 50mila). Del resto, il superyacht contava anche su due motori diesel 8 cilindri 18mila cmc di cilindrata.

Occhi puntati anche su quel che il “Bayesian” contiene: non c’è solo il pm della piccola procura di Termini Imerese a caccia dei misteri del relitto sul quale si concentrano gli sguardi di mezzo mondo. Il fascino da giallo di questa story aggiunge che i segreti potrebbero essere anche quelli relativi alle attività del magnate britannico sul fronte della cybersicurezza, senza dimenticare eventuali gioielli da maraja nella cassaforte di bordo. Dev’essere per questo che si racconta di una discreta sorveglianza anche subacquea al relitto.

La Cnn ha avuto conferma da fonti siciliane che autorità straniere hanno chiesto una particolare sorveglianza dello scafo affondato: il quotidiano inglese Guardian parla di dischi rigidi con un altissimo grado di sofisticata crittografia che Lynch portava con sé perché, come riferito dai sopravvissuti, non si fidava di utilizzare il cloud per i suoi lavori più delicati. E su quei dischi si è scatenata la caccia al tesoro.

Mauro Zucchelli

La notizia sulle pagine del Corriere della Sera

Pubblicato il
3 Maggio 2025
di MAURO ZUCCHELLI

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