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Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia Pieraccini sul sito  dell’economia toscana – ed è confermato in questi giorni –  che la cronica difficoltà in Toscana nel realizzare opere pubbliche colpisce ancora (qui il link all’articolo su T24»).  

Questa volta la “maledizione” si abbatte sullo scavalco ferroviario «destinato a collegare il porto di Livorno e l’interporto di Guasticce, attraverso la costruzione di un binario unico di 1.580 metri che scavalca appunto la linea ferroviaria Pisa-Roma, passando su un viadotto metallico (anch’esso da realizzare) costituito da 14 campate e lungo 360 metri. Si tratta di un investimento di Rete ferroviaria Italiana (Rfi) da 27 milioni di euro, di cui 20,5 attesi dalla Regione Toscana», considerato strategico per il potenziamento del traffico merci e sollecitato da 20 anni (il progetto definitivo è arrivato però solo nel  2017)». (qui il link a un articolo pubblicato quasi undici anni fa dal Tirreno in cui si parla del progetti preliminare dello scavalco)

«Quando finalmente, nell’aprile 2023 – continua la collega toscana – fu annunciato l’avvio dei lavori, aggiudicati all’associazione temporanea guidata dalla pisana Cemes con Bit spa e Fontanini Ivano, Rfi dichiarò che sarebbero stati completati “nel primo semestre 2024“. Da allora nulla è più stato comunicato. Fonti vicine all’opera riferiscono adesso che ci sono stati intoppi tecnici e tecnologici di vario tipo, che hanno richiesto modifiche del progetto. Gli ostacoli sono stati così pesanti, che sono in atto accordi integrativi (rispetto a quelli stipulati nel 2019) tra Regione Toscana, Rfi, Autorità portuale del Mar Tirreno settentrionale e ministero dei Trasporti per rideterminare tempi dei lavori e dei finanziamenti erogati dalla Regione (l’Authority ha già versato i 2,5 milioni a suo carico)

Il nuovo cronoprogramma – contenuto negli accordi integrativi  già approvati dalla Giunta regionale toscana con la delibera 197  – indica la fine lavori e il collaudo dell’opera “entro il primo semestre 2027”, dunque tre anni dopo rispetto a quanto annunciato all’avvio dei cantieri. I lavori che dovevano durare 18 mesi, dureranno in pratica 54 mesi (4 anni e mezzo), cioè il triplo.

E’ a causa di questi ritardi – continua ancora la relazione – che la Regione Toscana ha riprogrammato ancora, questa volta al 2025-2027, i finanziamenti da erogare a Rfi per lo scavalco, agganciandoli alle fasi di realizzazione degli interventi: il contributo straordinario per investimenti, pari a 3,2 milioni di euro, sarà erogato quest’anno; sempre quest’anno verranno erogati 5 milioni di euro, mentre 11,5 milioni slittano al 2026 e i 500mila euro finali saranno versati nell’anno 2027. Nella nuova convenzione si prevede che lo scavalco “sarà eseguito in coerenza del cronoprogramma attuativo di cui all’allegato 2bis; Rfi si impegna a trasmettere specifica comunicazione, con cadenza semestrale, in coerenza all’avanzamento dei lavori, eventuali scostamenti fra le annualità di spesa e i tempi di esigibilità delle risorse, consentendo alla Regione Toscana eventuale riprogrammazione a garanzia del pareggio di bilancio».

Lo scavalco ferroviario di Livorno entra nella lista di opere toscane dal percorso accidentato, che già comprende l’autostrada Tirrenica; la ‘Due Mari’ Grosseto-Fano; la superstrada Firenze-Siena (la cosiddetta Autopalio); la superstrada Firenze-Pisa-Livorno; l’aeroporto di Firenze; gli assi viari di Lucca. Ma anche la terza corsia autostradale sull’A1 (sia tra Firenze nord e Barberino, sia tra Firenze sud e Incisa) e la terza corsia dell’A11 tra Firenze e Pistoia. Tutte opere in attesa da 10, 20, 30 e anche 50 anni. Per non parlare della Piattaforma Europa (declassata Darsena) di cui abbiamo riassunto nei giorni scorsi la travagliata storia. Allegria, avrebbe detto Mike Bongiorno!

(A.F.)

Pubblicato il
9 Maggio 2025

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