Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Giganti a Genova ma a mezzo carico

Rimangono da risolvere problemi di fondali e di gru – E a Livorno gli stessi problemi per l’accesso delle grandi Yang Ming alla Darsena Toscana

GENOVA – Prove di giganti nei porti italiani che possono permetterselo. Dall’inizio di questa settimana i genovesi esibiscono con orgoglio arrivi record di navi record: a partire dalla “Titan” di Cma Cgm che in joint con Maersk ha approdato a Voltri “malgrado” la sua portata di 12.500 Teu, fino alle due 8.500 Teu al Sech che si sono succedute con Hanjin e China Shipping. E si preannunciano, nel servizio di Cma Cgm-Maersk, navi fino a 13 mila Teu di portata.

[hidepost]

Per quanto si consideri Caput Mundi, anche Genova è consapevole che queste navi sono costrette ad operare a portata ridotta, per questione di fondali e (parzialmente) di sbraccio delle gru di banchina. Luigi Negri, che opera sia in Sech che (come azionista di minoranza) al Vte di Voltri, si è detto consapevole che il futuro è già cominciato e che i terminal portuali più grandi devono rapidamente adeguarsi come fondali e come sbraccio delle gru se non vogliono essere tagliati fuori. Al Sech secondo Negri si è in grado di operare con navi fino a 10 mila Teu completamente cariche, mentre per le più grandi bisogna ridurre progressivamente il pescaggio.

Se Genova sorride a denti stretti – consapevole che il gap con i porti del Nord Europa per il momento non si riduce – altri porti del range tirrenico non sono altrettanto possibilisti. A Livorno, come abbiamo scritto, l’Autorità portuale si è impegnata con Yang Ming & C. a dare entro autunno i fondali sufficienti per l’ingresso delle nuove 8 mila Teu in darsena Toscana: il che comporta, oltre al livellamento dei fondali nel bacino di evoluzione al Marzocco, anche un dragaggio alla bocca sud del porto e la pulizia del canale stesso. Tutti interventi programmati e in parte avviati, ma che scontano le problematiche non risolte dalle nuove normative nazionali sui dragaggi; e specialmente che scontano la non avvenuta chiusura permanente delle porte vinciane sul canale dei Navicelli, malgrado i ripetuti “protocolli” con le autorità del Canale e le pressioni della Regione. Tanto che i pessimisti cominciano già a temere un autunno della verità già troppo vicino.

[/hidepost]

Pubblicato il
5 Maggio 2012

Potrebbe interessarti

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora