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Concordia, i tempi

Entro il 16 giugno la decisione anche sul porto dove la nave dovrà essere demolita

ROMA – Sarà una conferenza dei servizi decisoria, convocata dal capo dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli, nella sua qualità di commissario delegato per la gestione dell’emergenza Concordia, ad esaminare e approvare il progetto che Costa Crociere presenterà per il trasferimento del relitto presso un porto idoneo individuato per il successivo smaltimento.
[hidepost]È quanto stabilito dal consiglio dei ministri, che prescrive inoltre che sia la stessa conferenza dei servizi a rilasciare le autorizzazioni e i nulla-osta necessari per la fase successiva al rigalleggiamento della Concordia, sulla base di un’istruttoria tecnico-valutativa da parte dell’Osservatorio. Spetterà poi al commissario delegato riferire l’esito della conferenza di servizi decisoria con apposita comunicazione al consiglio dei ministri e provvedere, con proprie ordinanze, all’adozione delle eventuali ulteriori misure necessarie per assicurare l’esatta esecuzione del progetto e delle relative prescrizioni formulate. Il consiglio dei ministri ha scelto questa strada per giungere in un tempo definito – fissato al 16 giugno – ad avere certezze sulla fase conclusiva delle operazioni finalizzate alla rimozione del relitto. Si tratta, infatti, dello stesso percorso che portò, due anni fa, all’approvazione delle operazioni previste dal progetto di massima per la rimozione e al recupero della nave proposto dalla società armatrice: come in quell’occasione, il via libera sarà espresso da parte di un tavolo che, oltre alla parte privata, include tutte le amministrazioni pubbliche chiamate a esprimersi, ognuna per il proprio ambito di competenza, sulle prescrizioni da rispettare nel corso dei lavori e sulle raccomandazioni per una migliore tutela dell’ambiente, della salute e del patrimonio storico-archeologico. Come previsto già per la Conferenza dei Servizi che diede il via libera al progetto di massima nel 2012, inoltre, laddove l’intesa non fosse raggiunta, sarà il consiglio dei ministri a deliberare, anche nell’eventuale esercizio del proprio potere sostitutivo, entro i successivi sette giorni.

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Pubblicato il
21 Maggio 2014

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