Lucarelli preannuncia un maxi-piano per rilanciare l’impresa e il suo terminal
Supportato dal sindaco Nogarin l’imprenditore ha accusato la Port Authority di non aver mai risposto alle istanze di concessione – Nel nuovo piano, 20 milioni di investimenti

Cristiano Lucarelli
LIVORNO – Venti milioni d’investimento, il 70% della Lucarelli terminal – ma senza escludere anche la totale proprietà – fino a 102 posti di lavoro entro 5 anni, la concessione attuale sulla Pisa e una temporanea sul molo Italia, senza escludere aree “alternative”: questi i punti fondamentali del piano d’impresa che Cristiano Lucarelli ha presentato due giorni fa alla stampa in un incontro all’hotel Granduca, annunciando il suo nuovo – e al momento misterioso – “grande socio della portualità italiana”. A fargli da garante, seduto al suo fianco, il sindaco Filippo Nogarin. Che partito con l’affermazione un po’ scherzosa “Io non so nulla” si è poi calato sulla parte seria del discorso ricordando le sue battaglie in comitato portuale per la difesa non solo dei lavoratori ma anche delle aziende, nella kafkiana realtà di una città che – ha detto testualmente – “ha due sindaci, uno di terra eletto dal popolo e uno di mare, designato fuori da ogni concetto democratico”, e con il quale la collaborazione è sempre stata più che difficile. E il misterioso mega-socio di Lucarelli? “Conosco il suo nome – ha detto Nogarin – e posso garantire che è nuovo per il porto di Livorno e che è affidabile”.
[hidepost]Il piano d’impresa, che secondo lo stesso Lucarelli sarà consegnato all’Autorità portuale entro 15 giorni – ma è già pronto e per ammissione di Lucarelli è stato predisposto dallo staff dell’aspirante socio – non è stato rivelato, per riguardo al suo percorso istituzionale. Ma probabilmente sarà riferito anche al prefetto, che ha riconvocato Lucarelli, Autorità portuale e sindaco per le prossime ore, anche per verificare il perché gli accordi sottoscritti con lo stesso prefetto per la concessione provvisoria del lato sud del molo Italia non sono stati esauditi. Sia Lucarelli che il sindaco hanno pesantemente polemizzato anche sulla vicenda del pontone di sbarco che l’Authority ha spostato sul molo Italia solo da poco, dopo aver sostenuto che sarebbe stato difficile averne la classificazione dal RINa. “Mi sono battuto anche per dimostrare che la classificazione poteva essere fatta e rapidamente – ha detto il sindaco – ed avevo ragione”.
Con amarezza Lucarelli ha concluso ricordando che la sua azienda, sempre stata in attivo e a suo tempo spinta dalle stesse autorità cittadine ad operare sul porto, è attualmente in fase di concordato con il tribunale; e quindi il piano d’impresa con il nuovo aspirante socio è l’ultima spiaggia per salvare non solo l’impresa ma anche il lavoro. Polemizzando con lo stesso piano regolatore del porto (tutti i ro/ro in Darsena 1 è, a suo dire, una sottostima colpevole dei traffici delle Autostrade del mare) Lucarelli ha lanciato anche la freccia del Parto ricordando di aver incaricato uno studio legale di verificare se e in che misura ci sono state danni economici colpevoli nell’atteggiamento dell’Authority portuale verso la sua azienda. Che se non ci saranno decisioni a favore delle nuove proposte, è destinata a morire “entro la fine dell’anno”.
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