La strage sul posto di lavoro: un “focus” del Propeller Livorno

Nella foto: La presidente del Club Giani Pollastrini fra le Ambassador Francesca Cini (alla sua destra) e Claudia Cafferata.
LIVORNO – In Italia ogni giorno tre persone perdono la vita sul posto di lavoro e nove sulle strade, spesso nel percorso casa-lavoro. Quasi 4500 decessi ogni anno di cui la grandissima parte, ci dicono gli esperti, avviene per disattenzione, sottovalutazione del pericolo, abitudini scorrette, fretta, superficialità. A questo tema il Propeller Club labronico ha dedicato il recente convegno che ha riscosso una grande partecipazione: oltre ai soci ed agli ospiti infatti hanno voluto prendervi parte molte altre persone che ne erano venute al corrente dal passaparola dei giorni precedenti. Invitati dalla presidente del Club Maria Gloria Giani Pollastrini ad introdurre l’argomento sicurezza e salute sul lavoro – poi trattato dagli Ambassador del movimento di volontari Italia Loves Sicurezza Claudia Cafferata, Federica Cini e Davide Scotti – i vertici di due organi istituzionali locali deputati alla protezione della vita umana: il prefetto Gianfranco Tomao ed il direttore marittimo della Toscana ammiraglio Giuseppe Tarzia.
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Gli interventi di Tomao e Tarzia hanno riportato dati e soprattutto linee di pensiero, tradotte in iniziative, che le due istituzioni perseguono a questo scopo nel territorio. Il prefetto, partendo dal dato nazionale che vede nel 2018, rispetto al 2017, un aumento delle denunce Inail dello 0,9% e di decessi del 10%, ha ricordato che nella provincia di Livorno ci sono 13 aziende che richiedono piani di emergenza esterna intensivi con rinnovo obbligatorio triennale e procedure di esercitazione e simulazione: operazioni che sono regolarmente monitorate dalla prefettura. Dal lato degli incidenti in itinere, anche mortali, che riguardano i tragitti casa-lavoro questi risultano aumentati a livello nazionale, del 2,8% con circa 100.000 casi; fra le iniziative della prefettura quindi un ”Progetto di educazione Stradale” in collaborazione con molti enti locali per sviluppare la cultura della prevenzione a tappe fin dall’età infantile al quale hanno già aderito molte scuole elementari e medie. In ambito portuale le difficoltà esposte dall’ammiraglio Tarzia sono principalmente originate dalla pluralità e diversità delle aziende che vi operano, a terra e a bordo; per far fronte al rischio causato dai diversi metodi di prevenzione utilizzati e creare una rete collaborativa di imprese che coordini le azioni nel modo ottimale è stato scritto e firmato un protocollo di intesa che potrà essere utilizzato come modello anche per le realtà esterne al porto.
Anche il commissario straordinario della AdSP del Mar Tirreno Settentrionale Pietro Verna ha portato il suo contributo ponendo l’attenzione sulla validità della legislazione attuale italiana in merito alla sicurezza e salute, sottolineando l’importanza di partire dallo studio dell’incidente affinché non si ripeta ed evidenziando come, anche in ambito portuale, le best practice rappresentino con il loro linguaggio più semplice un valido aiuto per interpretare al meglio le norme. L’approccio innovativo del movimento no profit a tutela della sicurezza e salute sul lavoro Italia Loves Sicurezza è stato illustrato dall’ideatore David Scotti. Scotti è “Leadership” in Healt and Safety della Saipem e segretario generale della Fondazione LHS del Gruppo che a livello mondiale si occupa in particolare di attività inerenti idrocarburi, petroli e gas; un’industria complessa dunque e ad alto rischio che, grazie ad un nuovo linguaggio nel comunicare le raccomandazioni e le procedure di sicurezza, è riuscita a creare un cambio culturale epocale. “In Saipem 35.000 persone sono occupate in lavori sfidanti – ha detto Scotti – e da dodici anni a questa parte, grazie a questo progetto di comunicazione che abbiamo portato in tutto il mondo, il numero degli incidenti è stato abbattuto di oltre l’80%”. Numeri che corrispondono a 70 persone salvate e a più di 1000 persone che non si sono incidentate. Un risultato importantissimo che nell’obiettivo di Saipem deve mirare al rischio zero grazie principalmente ad un nuovo linguaggio inteso come comunicazione innovativa ed emozionale con strumenti efficaci quali video ed altro per arrivare al cuore delle persone, e non solo alla testa (nella serata è stato mostrato uno dei video di pochi minuti ma di grande effetto che Scotti utilizza nelle riunioni) ed ad un concetto di “leadership” inteso come capacità della figura di riferimento di trasmettere l’esempio con il comportamento giusto.
La morte sul lavoro di 1100 persone e di quasi 3300 sulle strade (in grandissima parte per non aver allacciato le cinture di sicurezza, anche nei sedili posteriori) è moralmente inaccettabile – ha sottolineato Scotti – e per questo il progetto prevede la creazione di eventi con i quali poter coinvolgere sempre più persone e diffondere, come un virus buono, la cultura della prevenzione. Italia Loves Sicurezza nel suo triennio di vita ha già creato più di 1100 eventi e proprio grazie ad uno di questi le psicologhe livornesi Claudia Cafferata e Francesca Cini, hanno fatto loro questa missione diventando Ambassador e creando a loro volta, a partire dal prossimo 28 aprile, giornata mondiale della salute e sicurezza, una serie di eventi che coinvolgeranno la popolazione livornese in un innovativo percorso formativo basato sulla partecipazione, coinvolgimento ed emozione, aperto a tutti e gratuito.
Per approfondimenti e informazioni: http://italialovessicurezza.it, info@fondlhs.org Tel. 02.442.54850, Facebook – Italia Loves Sicurezza (pagina).
Cinzia Garofoli
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