Al giuramento dell’Accademia Navale “la nostra Marina lotta per non morire”
La flotta invecchia e le risorse mancano: ma il sottosegretario alla Difesa replica che c’è un programma per dieci nuove unità – Il ritorno in Italia dei marò detenuti in India

Lo schieramento con il brigantino disalberato sullo sfondo.
LIVORNO – C’era un bel sole tiepido, sabato scorso a riscaldare il piazzale del brigantino per il tradizionale giuramento degli allievi dell’Accademia Navale. Ma non è bastato a dare vero calore a una festa che, pur nel rispetto del cerimoniale militare e nell’accoglienza come sempre affettuosa dei familiari degli allievi, si è svolta nella piena consapevolezza che la nostra forza armata del mare sta rischiando di essere quasi cancellata dalle ristrettezze economiche e dalle scelte del governo – Con un botta-e-risposta nemmeno troppo sottotraccia tra il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi e il sottosegretario alla difesa senatrice Roberta Pinotti: che ha risposto al grido di dolore dell’ammiraglio (“La marina sta lottando con tutte le sue forze per non morire”) riferendo che il governo ha presentato al Parlamento, con una prima approvazione al Senato, la proposta di costruire dieci nuove navi militari e di finanziare con 5,8 milioni di euro la loro progettazione. Poca cosa, secondo gli esperti, visto che ormai l’80% delle nostre navi militari ha più di vent’anni: e le recenti missioni, sia anti-pirateria, sia per la vigilanza e il soccorso nello stretto di Sicilia, stanno portando ad un forte logorio del personale e del naviglio.
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Una panoramica sul pubblico.
In questo quadro, che non è certo il migliore per dare fiducia e slancio per il proprio futuro agli allievi ufficiali, il giuramento si è snodato con la consueta formula nel piazzale del brigantino (“lapizzato” per manutenzione dell’alberatura e quasi simbolo, così spoglio, del difficile momento per la Marina). Tra i pochi applausi del pubblico, oltre agli ingressi nel piazzale della bandiera e dei medaglieri, all’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli quando nella sua lunga relazione ha ricordato i marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre (“Hanno fatto il loro dovere con professionalità e saggezza, e ci hanno dato un esempio di altissimo senso del dovere tornando in India – ha detto l’ammiraglio tra gli applausi – e pertanto devono tornare in Patria, presto e con onore”). Su un tema così delicato, Binelli Manbelli è stato l’unico a intervenire: ma i tanti nastrini gialli appuntati sui cappotti e sulle giacche maschili e femminili tra il pubblico la dicevano lunga sull’argomento.
Prima della formula del giuramento di fedeltà alla Patria, pronunciata dal comandante dell’Accademia ammiraglio di divisione Giuseppe Cavo Dragone e gridata all’unisono da tutta la brigata allievi, si è svolta anche la consegna di due medaglie al merito di marina. Quella d’argento è stata consegnata al capitano di vascello Luciano Nardini che al comando di nave “Urania” nel luglio del 1998 aveva salvato numerosi migranti in procinto di affondare con il loro peschereccio grazie a una manovra eccezionale per perizia marinaresca. Quella di bronzo è andata al capo di 1° classe Lucio Cherilli del reggimento San Marco che ad Acerra, nel 2008 era riuscito a far desistere – con forte rischio personale – un manifestante che voleva gettarsi da una gru. L’ordine militare d’Italia è stato infine conferito all’allievo dell’Accademia Navale Gennaro Panzarino primo classificato in attitudine militare nello scorso anno accademico.
Complessivamente hanno giurato 97 allievi di 1° classe dei corsi normali, 38 allievi del 13° corso di ferma prolungata e 4 allievi del 13° corso piloti di complemento. Per lo Stato maggiore hanno giurato in 58 di cui 9 donne, per il genio militare 17 allievi, per il corpo sanitario 10 allievi di cui 4 donne, per il commissariato 9 allievi di cui 2 donne e per le Capitanerie 8 allievi.
Al termine del giuramento si è svolto nel viale degli ammiragli – dove uno degli storici busti è rimasto giorni fa leggermente danneggiato dalla caduta di un pino per la burrasca di vento – il defilamento della brigata allievi preceduta dalla fanfara dell’Accademia.
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