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Per la Savino del Bene, bilanci record (ma la piattaforma Europa non convince)

L’azienda è oggi tra le prime venti al mondo nella logistica e sta ancora potenziando con 210 filiali in tutti i continenti – I dubbi di Paolo Nocentini sul progetto livornese

Paolo Nocentini

FIRENZE – L’occasione è stata la presentazione di un nuovo sistema di sicurezza per il trasporto aereo dei prodotti della moda, nella prestigiosa location di palazzo Pitti. Ma i motivi di essere orgoglioso, per Paolo Nocentini e per la su Savino Del Bene, sono anche altri: prima di tutti il bilancio 2015 che si chiude con un clamoroso +20% del fatturato e un ancor più clamoroso +43% di margine operativo lordo. Le cifre: il fatturato è salito a 1.280 milioni e il margine operativo lordo ha sfondato i 70 milioni. L’azienda è nella classifica dei primi venti operatori della logistica al mondo.
[hidepost]Azionista dal 1977 insieme al socio ed amico Brandani, Nocentini nell’estate scorsa ha rilevato la quota del sodale prematuramente scomparso ed ha messo in carniere l’80% dell’azienda, con il restante 20% diventato del colosso Msc di Gianluigi Aponte. Un’operazione coraggiosa, che a suo tempo Paolo Nocentini descrisse sommariamente su queste nostre colonne con il senso di sfida che gli è proprio. Il piano d’impresa, supportato dagli istituti di credito che ci hanno puntato, prevedeva che la redditività “forte” sarebbe arrivata nel 2020. Invece i tempi sono andati molto più veloci. Ha certamente aiutato il cambio tra euro e dollaro, con l’appressamento della moneta Usa che ha spinto il nostro export: ma ha dato una mano l’efficienza del gruppo sia per i traffici via mare (430 mila teu, con un incremento dell’8%) in gran parte su La Spezia ma anche a Livorno, e per quelli via aerea (56,4 milioni di kg, con un aumento del 10%).
La Savino Del Bene non si è certo fermata a brindare sugli allori. Nell’anno appena concluso ha assunto altri 270 addetti ed ha aperto una decina di nuovi uffici commerciali: tra i più significativi all’Avana, a Doha, a Iquique, ad Algeri. Oggi dispone di una rete mondiale di 210 filiali con circa 1000 dipendenti in Italia e oltre 3200 nel complesso. Secondo quanto dichiarato nell’incontro a palazzo Pitti, Paolo Nocentini ha ancora voglia di crescere e punta anche sui mercati “forti” dell’Europa, primo di tutti la Germania attraverso il proprio ufficio di Francoforte.
Con Livorno, Nocentini ha sempre avuto un rapporto complesso. E a “Il Sole-24 Ore” ha rilasciato una dichiarazione sul grande progetto della piattaforma Europa piuttosto caustico. “Fanno bene a dragare i fondali e fare progetti – ha detto testualmente – ma a Livorno le navi da 18 mila teu non arriveranno mai, manca il business davanti e dietro il porto. Non bastano le infrastrutture, sono la presenza di merce e il costo del lavoro a far decollare un porto”. Da rifletterci.
A.F.

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Pubblicato il
3 Febbraio 2016

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