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Cybercrime, e-commerce e difese esperti a confronto nel Propeller

(da sx) Edoardo Francesco Mazzilli (Dogane – Antifrode e controlli), Maria Gloria Giani Pollastrini, Luigi I. Garruto, Veronica Ulivieri.

LIVORNO – Cybercrime, e-com-merce e tutti i pericoli connessi: questo il tema del convegno organizzato dal Propeller Club labronico con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che lunedì scorso ha riempito la Sala Ferretti della Fortezza Vecchia. Argomenti di grande attualità ed interesse, dato che l’utilizzo di internet riguarda milioni di persone, che sono stati approfonditi in particolare negli aspetti delle frodi e delle violazioni della sicurezza della rete. La presidente del Club Maria Gloria Giani Pollastrini ha salutato i partecipanti e dato l’inizio ai lavori dei relatori, moderati da Luigi I. Garruto delle Dogane di Livorno e dalla giornalista Veronica Ulivieri, relatori loro stessi insieme ad operatori del settore, ricercatori ed esperti che, nei vari ambiti, si confrontano quotidianamente con sistemi di sicurezza sempre più a rischio.

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Molto forte il contributo al tema portato dai diversi dirigenti delle Dogane, impegnatissime nella lotta alla contraffazione, che hanno sottolineato la fragilità dell’identità informatica, difficilmente difendibile e risarcibile, e i problemi che sorgono quando i reati informatici si sviluppano a livello europeo per la difficoltà innanzi tutto ad identificare il paese Ue che ne è responsabile. Quello del cybercrime è un fenomeno che a livello mondiale ha avuto la più alta attività nel 2016 e che lo scorso anno ha visto anche l’ingresso dell’Italia nella lista dei paesi attaccati. Sempre nel 2017 sono stati 1050 nel mondo gli attacchi con gravi conseguenze: un aumento importante, di circa il 10% rispetto all’anno precedente. Nel cosiddetto cyberwarfare, termine che indica l’intercettazione, l’alterazione e/o distruzione dell’informazione e dei sistemi di comunicazione l’aumento è stato vertiginoso, addirittura del 117%; fra i settori più colpiti la sanità (con attacchi raddoppiati), distribuzioni organizzate, finanze e banche ed infrastrutture critiche. È emerso inoltre l’aspetto inquietante della facilità con cui tali attacchi possono essere realizzati dato che gli strumenti di cui gli hacker necessitano sono facilmente reperibili nella parte non indicizzata della rete. È in questa zona oscura, la darknet, che rappresenta i 2/3 del web, che avvengono le operazioni che riguardano contraffazione, droghe, armi ed ogni possibile illecito. Un’emergenza reale dunque – lo ha sottolineato Garruto – che occorre affrontare subito come hanno fatto gli Stati Uniti, rafforzando immediatamente le forze di polizia specializzate. Proprio gli Stati Uniti hanno il primato nella contraffazione ma l’Italia segue a ruota in questa attività che inoltre – è ormai acclarato – rappresenta un introito importante per le organizzazioni criminali ed anche per quelle terroristiche. Contrastare la contraffazione non è facile perché non viene più considerata una priorità da combattere ed i fondi stanziati sono stati diminuiti nonostante rappresenti un danno enorme all’economia e soprattutto un enorme rischio per la salute del cittadino, essendone interessati in modo massiccio i settori dell’alimentazione e della farmaceutica. I pericoli sono ancora maggiori – è stato detto – per la poca consapevolezza nell’acquirente dei rischi cui va incontro. Le Dogane stanno lavorando anche in questa direzione: attraverso un approccio culturale con progetti scuola-lavoro già operativi a Roma e che presto saranno allargati a tutto il territorio nazionale, cercano di aumentare la conoscenza nei confronti dei pericoli del web mentre, nell’immediato, hanno creato sistemi di controllo particolari per i corrieri aerei e definito accordi con la Cina (responsabile per il 75% del falso importato) per piani di azioni congiunte.

Impossibile riportare i tanti contributi dei relatori che hanno riguardato i mercati della contraffazione europei (Transcrime – Centro di ricerche transnazionale dell’Università Cattolica di Milano), la tutela della proprietà intellettuale nell’Ue (EUIPO – Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale), la tutela dei marchi noti e la lotta alla contraffazione con la disamina delle norme a tutela (Studio Legale SIB – Firenze) al contrasto del fenomeno della contraffazione (presidente Confcommercio Livorno). Naturalmente si è parlato anche dei fenomeni di cybercrime che hanno interessato il mondo dei trasporti: dagli attacchi ai sistemi informatici alla Maersk e alla AP Moller, ai corrieri TNT Express e Fedex; dal lato settore aereo l’amministratore delegato della Toscana Aeroporti Gina Giani ha esposto le linee guida a livello nazionale – in attesa di quelle europee – delle strategie a difesa delle infrastrutture e dei sistemi che impattano sull’operatività e che attualmente prevedono, fra i vari, il CRF-A (Cybersecurity and Resilience Framework – Aeroportuale) creato perché continui a funzionare anche sotto attacco informatico. Occorrono sistemi sofisticatissimi iperavanzati e di questo la classe dirigente, che arriva al posto di comando in età non più verde, ha poca consapevolezza – ha detto la Giani – dovremmo dunque, in questo settore, pensare di “saltare l’organigramma” e dare spazio ai giovani che sono, per cultura e per sensibilità, più capaci ed aggressivi nel contrastare gli enormi rischi a cui siamo esposti.

Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
27 Gennaio 2018

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