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IL SOLE 24 ORE

È il clima l’asso nella manica per attrarre intelligenze e lavoro

Livorno fra le 4 città col bel tempo migliore: e la più vicina al Nord

LIVORNO. Infradito, ombrellone, ambra solare, ghiacciaina: gli ingredienti indispensabili per una esistenza sulla battigia da mattina a sera per tre mesi all’anno. È l’identikit del livornese tipo che si gode la vita nella bella stagione. Oltre a sorriderne, però, possiamo guardare il bel tempo in modo più attento, soprattutto adesso che la crisi climatica ci mette davanti agli alti e bassi degli eventi estremi. Chissà, insomma, che l’ingegnere milanese (spesso con certificato di nascita labronico) non possa sentire la tentazione di scegliere l’Ardenza: mica per fare il disoccupato, anzi per lavorare. Ma in un contesto meno “imbruttito”…

In effetti, la città di Livorno è stata baciata in fronte dal clima buono. Sembra assurdo dirselo in un giorno di maggio in cui, anziché un bel sole di primavera piena, trionfano le nuvole: basterebbe, però, andare indietro allo scorso anno per ritrovare un mese di maggio aperto da una sequenza di giorni non così caldi, anzi. Nel 2024 – annata in cui abbiamo avuto il record di ondate di calore – nei primi sette giorni di maggio le temperature massime sono andate al di sopra di quota 20 gradi solo una volta, e di un niente. Quest’anno è solo oggi, martedì 6, che dovremmo avere un abbassamento della temperatura tale da veder la massima scendere sotto la soglia dei 20 gradi, in tutti i giorni precedenti è stata ben al di sopra.

La riprova di questo barometro “sorridente” è nell’ultima indagine del quotidiano confindustriale “Sole 24 Ore” in tandem con 3Bmeteo: Livorno è fra le prime quattro città di tutto il Bel Paese. Solo Bari, Barletta e Pescara ne hanno uno migliore. E il resto della Toscana? Lasciamo perdere: eccettuato Siena (30a posizione), la parte restante della fascia costiera sta a metà classifica con Massa al 53° posto, Pisa al 55°, Grosseto al 56° (ma Lucca è solo al 75° posto). Il cuore geografico del Granducato sta fra Arezzo al 62° posto e Pistoia al 65° ma soprattutto Firenze al 78° e Prato all’80°.

Rielaborazione sulla base dei dati dell’indagine del “Sile 24 Ore” condotta in tandem con 3Bmeteo

Livorno è fra le dieci città (su 107) che hanno il migliore comfort climatico sotto una serie di profili come dato medio dal 2014 al 2024:

  • sono 50,8 i giorni con temperatura percepita pari o superiore a 30 gradi (ad esempio, a Pisa sono quasi 78);
  • in fatto di ondate di calore, cioè lo sforamento della temperatura con almeno 30 gradi per tre giorni consecutivi è avvenuta 5,6 volte a Livorno, a Lucca quasi il quadruplo;
  • quanto al caldo estremo, i giorni con temperatura massima di almeno 35 gradi sono 1,2 (a Lucca più di 14);
  • la differenza fra la temperatura giornaliera massima e quella minima è di 6,1 gradi (a Terni o Rieti è quasi il doppio).

In ciascuna delle classifiche di settore Livorno non figura mai in zona retrocessione: è – e solo di pochissimo – fra le ultime 25 unicamente per quanto riguarda i giorni in cui le raffiche di venti superano i 30 nodi (88° posti, si tratta di 33,5 giorni a Livorno e di 7 a Pisa) e il numero di notti in  cui, fra mezzanotte e le sei del mattino, la temperatura media è sopra i 20 gradi (Livorno è all’86° posto, con 96,4 giorni, a Lucca sono meno di 56).

C’è un “termometro” per misurare la “febbre” del clima: sono stati calcolati gli eventi estremi che ciascuna città ha sopportato dal 2008 in poi fra giorni freddi, precipitazioni estreme, mancanza di pioggia, circolazione dell’aria, caldo estremo e ondate di calore. Risultato: in appena tre dei primi dieci anni se ne contano più di 20 all’anno, negli ultimi tre anni accadono ben più frequentemente (22 nel 2022, 26 l’anno successivo e 33 lo scorso anno). Non è tutto: dal 2008 per dieci anni filati si registrano meno di cento notti all’anno con temperature al di sopra dei 20 gradi fra mezzanotte e le sei del mattino, dal 2018 in poi avviene grossomodo che un anno sì e uno no si voli oltre quota cento. Anzi, per capirci: è vero che lo scorso anno le notti “tropicali” sono state “solo” 94 ma in precedenza abbiamo avuto un record di 120 nottate caldissime nel 2022 e 117 l’anna seguente.

L’ultima sottolineatura nel segno del meteo è relativa ai casi in cui la soglia dei 30 gradi è stata sforata per tre giorni consecutivi: è accaduto dodici volte nel 2022, nove nel 2023 e undici lo scorso anno. In passato capitava tre-quattro volte all’anno, talvolta anche solo una o nessuna.

Resta il fatto che esistono solo tre città in Italia – e nessuna di esse è così vicina ai milioni di abitanti del Nord – in cui il clima è più dolce che su questa costa toscana e il comfort climatico è migliore. Basterebbe leggerlo come un elemento economico per fare di questa vivibilità climatica una risorsa straordinaria per l’attrattività: del resto, non è forse vero che ormai capita sempre più spesso che alte figure degli apparati statali, abituati a una carriera di frequenti trasferimenti, si fermino qui a fine carriera.

Nessuno ha la bacchetta magica ma finora il marketing territoriale punta ad attrarre investimenti produttivi guardando all’ecosistema economico, soprattutto infrastrutturale. Ma l’infrastruttura più grossa che abbiamo è data dalla geografia (la grande pianura alle spalle del porto) e dal clima (quasi senza eguali): l’attrattività dovrebbe riguardare anche i giovani talenti che lavorano in smart working o comunque non hanno obblighi di presenza quotidiana (si pensi a tutta la galassia di figure che ruotano attorno all’università e all’alta tecnologia). Possibile che non possano esistere incentivi all’insediamento? Magari anche solo simbolici: dicendo un po’ a vanvera, l’azzeramento della tassa rifiuti per tot anni e/o una manovra sulle addizionali locali dell’Irpef. Certo che bisogna pensare a coworking, banda larghissima e un sacco di altre cose. Ma sole e mare ci sono, e se quella livornese vi pare afa significa che non avete messo piede a Milano o anche solo a Firenze d’estate.

La materia prima c’è, bisogna “solo” accorgerci che l’abbiamo sul tavolo. E mettersi a impastarla.

Mauro Zucchelli

Pubblicato il
6 Maggio 2025
di MAURO ZUCCHELLI

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