Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti
LA FIRMA

Tecnologie sub, alleati la Federazione del Mare e WSense

Obiettivo: rafforzare l’ecosistema nazionale dell’ “economia blu”

Chiara Petrioli e Mario Mattioli al momento della firma

ROMA. Formare nuove competenze e creare occupazione qualificata sotto il segno dell’economia del mare: è questo l’obiettivo del protocollo di collaborazione firmato a Roma da Mario Mattioli, presidente della Federazione del Mare, e da Chiara Petrioli, amministratrice delegata di WSense, società italiana che si occupa di sistemi di comunicazione subacquea wireless.

«L’impiego delle più avanzate tecnologie disponibili per la conoscenza dei fondali, delle acque profonde e di tutto quanto accade sotto la superficie dei mari è essenziale per la diffusione dell’innovazione, della conoscenza, delle competenze necessarie per rendere compatibili le attività marittime con la tutela dell’ambiente, del clima e la sicurezza delle infrastrutture critiche». Così Mattioli ha presentato l’iniziativa di avviare una collaborazione tra la comunità marittimo nazionale nelle sue varie articolazioni e questa realtà imprenditoriale nata dalla costola dell’Università La Sapienza, che lavora nella ricerca, sviluppo e industrializzazione della comunicazione subacque senza fili: a tal riguardo ha segnalato la volontà di «sviluppare sinergie anche con il Polo Nazionale della Dimensione Subacquea» (di cui WSense fa parte così come è tra i soci di Cluster Big, Cluster Tecnologico Nazionale Economia del Mare, con il quale la Federazione del Mare ha un’intesa sin dal 2021).

Petrioli ha sottolineato che è «al centro della nostra missione» l’idea di «contribuire alla creazione di un ecosistema in cui innovazione, sostenibilità e formazione si incontrano». Occhi puntati su tecnologie che «possono abilitare nuovi scenari nella blue economy, rendendo possibile non solo una gestione più intelligente e sostenibile delle risorse marine, ma anche la nascita di competenze avanzate e nuove figure professionali».

Dalla collaborazione avviata con il protocollo si mira ad allargare l’attenzione anche ad altre realtà aziendali legate al mare. Obiettivo: creare una vera e propria rete di aziende del settore, che puntino a «stringere alleanze, attrarre investimenti, consolidare le imprese e promuovere l’imprenditorialità in un comparto strategico per il Paese».

Alla cerimonia della firma, sono intervenuti anche l’ammiraglio Pierpaolo Ribuffo, capo dipartimento delle Politiche per il mare, e l’ammiraglio ispettore capo Pietro Covino, su delega del Capo di stato maggiore della Marina ammiraglio Enrico Credendino: hanno ribadito la volontà delle istituzioni a procedere sulla strada della condivisione e di un concreto e produttivo dialogo con tutte le realtà del mondo del mare.

Pubblicato il
6 Maggio 2025

Potrebbe interessarti

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora