La nautica popolare come il lupo rosso: a rischio di estinzione
Patenti in picchiata, pochi giovani: cosa c'è dietro le cifre della crisi (e dei costi troppo alti)
LIVORNO. Forse è il risultato di una cultura più sul digitale che sull’impegno fisico. O più probabilmente è il brutale risultato di una scellerata corsa all’aumento dei costi. Quali che siano le certo molteplici cause, il fatto è che la cosiddetta nautica popolare italiana è in netto regresso, mentre quella degli yacht, in particolare dei mega-yacht a motore, ci colloca al primo posto al mondo (ma quasi sempre con bandiere straniere, legittime oppure “ombra”).
I dati: dall’aggiornamento annuale pubblicato di recente dall’Istat, sulla base delle cifre fino al 2023, si apprende che anche sul mare siamo in pieno “inverno demografico”. Contro le 27.255 patenti nautiche del 2012, nel 2023 ne sono state registrate 15.225, di cui il 66% solo a motore entro le 12 miglia, in pratica solo per navigare tenendo di vista la costa. Anche l’età media dei patentati negli ultimi cinque anni oscilla tra i 49 e i 60 anni, con età in crescita in base all’aumento della potenza del motore (e al suo costo).
Altra interessante statistica confermerebbe che l’interesse non eccelle tra i giovani. Il monitoraggio dei visitatori del maggior salone nautico italiano, quello di Genova, secondo gli ultimi dati disponibili rivela che il 30,8% aveva tra 55 e 64 anni, ed è stata la fascia più rilevante; seguono il 28,7% tra i 45 e i 54 anni e il 13,9% oltre 65 anni.
Eppure c’è un’ulteriore voce che contraddice queste indicazioni: quella del noleggio dei natanti, cioè gommoni o barche con motori quasi sempre sotto la soglia della patente (40 cv). Ebbene, il 73% dei fruitori del noleggio hanno età tra i 18 e i 42 anni. Il che confermerebbe che l’interesse c’è anche tra i giovani, ma non la possibilità o la voglia dell’acquisto.
Conclusione: la rivista “Il gommone”, che è un po’ la Bibbia delle barche un tempo definite “da famiglia”, sottolinea che la disaffezione è dovuta quasi sempre ai costi esorbitanti raggiunti sia dall’acquisto del mezzo, sia dalla manutenzione, dall’ormeggio e dal rimessaggio invernale. Qualche esempio, per concludere: la benzina ai distributori nutri su alcune isole quest’estate andava intorno ai 2,4 euro al litro, l’abbonamento per un posto barca da 6 metri intorno ai 700/900 euro annui, il pezzo di un gommone da 5 metri con un 40 cv (senza patente) superiore in complesso ai 40 mila euro, più di un’auto di lusso. Vanno aggiunti, appunto, manutenzione e rimessaggio invernale per chi non ha la fortuna di un grande garage o almeno un grande giardino. Sapete quanto costa, per esempio, la semplice elica d’alluminio di un 40 cv? Da un minimo di 120 a un massimo di 530 euro. E tutto il fuoribordo, senza accessori, almeno 6mila euro che diventano 30mila e più per le potenze maggiori Addio, nautica popolare!