Cent’anni e oltre di storie attive

Roberto Nardi
LIVORNO – In tempi di celebrazioni ultracentenarie, tra cui la nascita dell’Italia unita, anche la Camera di Commercio labronica ha voluto lustrare i sui blasoni; premiando trentacinque ditte della città e della provincia che hanno almeno cent’anni di attività e ricordando – in una affollata cerimonia seguita da un concerto al Goldoni della banda della Guardia di Finanza – i suoi 210 anni di attività.
Fu fondata nel 17 dicembre del 1801 – ha ricordato il presidente Roberto Nardi – per volere di Napoleone Bonaparte ad imitazione delle Chambres francesi, ma su solide radici che avevano a loro volta almeno due secoli.
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Alla cerimonia di consegna degli attestati – ogni ditta ha ricevuto anche la riproduzione di un pregevole disegno del maestro Alberto Fremura – hanno partecipato il prefetto Domenico Mannino, l’assessore regionale Gianfranco Simoncini e il presidente della Provincia Giorgio Kutufà.
Non sono mancati, nelle prolusioni di apertura e nei saluti delle autorità, i richiami alla difficile situazione d’oggi e alla cura “lacrime e sangue” che il neo-governo dei professori sta preparando. Non sono mancati nemmeno i richiami alle glorie di una Livorno che fu, nel settecento e fino all’unità d’Italia, una fucina di imprese spesso aperte da stranieri illuminati, e un centro culturale di altissimo richiamo internazionale.
Da questa realtà sorprende semmai che siano uscite, tra le ditte centenarie oggi sopravissute, solo sette realtà marittime e portuali (le abbiamo evidenziate in grassetto nell’elenco), delle centinaia che hanno fatto la storia del porto. Segno dell’alta mortalità d’impresa che ha operato nel comparto, probabilmente; ma anche – e questo è meno evidente dalle carte, ma assai più nel “vissuto”- della forte trasformazione e trasferimento delle esperienze da ditta a ditta, con la nascita di ragioni sociali nuove da operatori che si erano fatti le ossa in imprese destinate poi al declino. A conferma che è la capacità dei singoli, più della antichità delle radici, a fare la differenza.
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